Autonomia a scuola: nelle aule iniziano i divari territoriali dalle mense alle palestre e agli asili nido

Per effetto delle carenze infrastrutturali gli allievi della primaria del Sud frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord

Nelle aule iniziano i divari territoriali
Nelle aule iniziano i divari territoriali
di Nando Santonastaso
Venerdì 10 Febbraio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 17:52
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Nel Mezzogiorno l'orario prolungato nella scuola d'infanzia è offerto solo al 4,8% dei bambini. Nella scuola primaria la percentuale di alunni che frequenta a tempo pieno sale ma resta comunque molto più bassa (18,6%) rispetto alla media nazionale (48,5%). Circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa: in Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184 mila (88%), in Puglia 100 mila (65%), in Calabria 60 mila (80%). Nel Centro-Nord, gli studenti senza mensa sono leggermente più numerosi, 700 mila, ma rappresentano solo il 46% del totale. È lungo l'elenco dei divari nella filiera dell'istruzione, dagli asili nido, alla scuola, all'università, raccontati con cruda verità dalla Svimez nel Rapporto 2022. Ce n'è per tutti i gusti (si fa per dire). Le palestre, ad esempio: per circa 550 mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) è un miraggio. Unica eccezione al Sud la Puglia, tutte le altre regioni meridionali hanno numeri pesantemente negativi: in Campania 170 mila allievi privi del servizio, pari al 73% del totale, in Sicilia altrettanti (81%), in Calabria (65 mila, pari all'83% del totale degli alunni. Nel Centro-Nord, gli allievi della primaria senza palestra raggiungono il 54%. Non è solo un limite educativo per i più piccoli: Svimez ricorda che anche il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; e che la stessa percentuale si registra nella scuola secondaria di primo grado. 

Il monitoraggio, impietoso ma solo in parte sorprendente, fa da punto di riferimento dell'iniziativa che proprio la Svimez ha organizzato per stamane a Napoli, con un titolo che più eloquente non si può: «Un Paese, due scuole» che ovviamente non può non richiamare anche i dubbi emersi sull'unità del Paese in materia di istruzione, con la contestata riforma dell'autonomia differenziata delle Regioni. Emblematica la scelta della location, la Casa di Vetro di Forcella, lo spazio polifunzionale che da ormai quattro anni è diventato un punto di riferimento per contrastare la devianza giovanile e la dispersione scolastica nel quartiere. Partner della Svimez è un'altra sigla storica di questo percorso, l'associazione L'altra Napoli Onlus, impegnata da anni nel riscatto e recupero dei rioni Sanità e, appunto, Forcella. Testimonianze ma anche opportunità di riflettere a fondo sul divario più pericoloso del Paese nel programma del dibattito, ma anche l'occasione giusta per riaffermare la centralità del Terzo settore in chiave Pnrr verso il quale, però, secondo Svimez sono forti i dubbi di ulteriori distorsioni sulla scuola per effetto delle scarse capacità amministrative degli enti locali. Parleranno il presidente e il direttore Svimez, Adriano Giannola e Luca Bianchi, la vicesindaca di Napoli Laura Lieto, il vicepresidente dell'associazione L'altra Napoli onlus, Antonio Roberto Lucidi e il presidente dell'associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi, Roberto Velardi. Parteciperanno, inoltre, Antonio Fraschilla, coautore del libro “Divari di Cittadinanza”, Marina Rippa, insegnante e operatrice teatrale, Stefania Colicelli, dirigente scolastica presso l'istituto comprensivo Ristori di Napoli. Previsti anche video contributi della scrittrice Viola Ardone, e di Clementina Cordero di Montezemolo, presidente dell'associazione Yolk. 

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Ridurre il divario è un imperativo categorico ma se si guardano i dati della messa in sicurezza degli edifici e dell'efficientamento energetico, resi noti un mese fa da Legambiente attraverso la 23esima edizione di Ecosistema scuola, la salita si fa ancora più dura.

Cresce infatti la distanza tra Nord e Sud (Isole comprese): anche se negli ultimi anni, a livello nazionale, il 59,3% degli edifici scolastici ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessitava ancora di interventi straordinari e al Sud si saliva al 36,8%, nelle Isole al 53,8%. Sul fronte dell'adeguamento sismico, nonostante il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato tale tipologia di interventi negli ultimi 5 anni, i lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici: nelle Isole le amministrazioni intervenute sono appena il 27,3%, con ritardi pericolosi soprattutto in Sicilia dove in zona sismica 1 e 2, le più ad alto rischio, sono presenti tutti i 389 edifici scolastici. Non si fa perciò fatica a credere, come spiega la Svimez, che per effetto delle carenze infrastrutturali gli allievi della primaria frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord. E che «considerando un ciclo scolastico intero (5 anni), gli alunni di Molise e Sicilia perdono circa 1000 ore che corrispondono praticamente a quasi tutto il monte ore di un anno di scuola primaria». 

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