Carlo Nordio ministro della Giustizia: «Pacchetto di riforme prima dell'estate»

«Un primo pacchetto di provvedimenti è pronto per essere sottoposto al Consiglio dei ministri e poi al dibattito parlamentare»

Il ministro Carlo Nordio a Napoli
Il ministro Carlo Nordio a Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Martedì 16 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:47
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Ricorda per due volte la storia della colonna infame napoletana, quella della Vicaria. Un monumento che, a suo dire, andrebbe esposto all'interno di Castelcapuano, antica fortezza normanna prima di diventare Palazzo di giustizia partenopeo: «Parlo della colonna della Vicaria, che sarebbe bello esporre qui a Castelcapuano, ora che torna a splendere come sede della scuola di formazione della magistratura: mai più colonne infami, al termine di processi sommari, ma una giustizia capace di rinnovarsi. In che modo? Grazie a una riforma del garantismo». Eccolo il ministro della giustizia Carlo Nordio, quaranta anni con la toga da pm oggi convinto assertore della necessità di ammodernamento del sistema giustizia. Una svolta - spiega - che faccia leva sul rispetto della dignità dei cittadini. Ha spiegato il Guardasigilli: «Un primo pacchetto di provvedimenti è pronto per essere sottoposto al Consiglio dei ministri e poi al dibattito parlamentare». Da Napoli, dunque la svolta. Ieri il ministro era al fianco del capo dello Stato, per l'inaugurazione della nuova sede della Scuola della magistratura il ministro ha annunciato l'imminente varo delle prime riforme che riguardano la giustizia. I tempi? Incalzato dai cronisti, a margine della cerimonia di presentazione, Nordio «ha ricordato che in democrazia i tempi sono scanditi dal dibattito tra le forze politiche in campo». Ma ormai sarebbe questione di poco, sembra di capire. A fine mese il Guardasigilli avrà un confronto con Palazzo Chigi. Sarà uno scambio di vedute, in particolare sulla possibilità di intervenire su alcuni articoli del codice penale (abuso d'ufficio, reato per il quale c'è novanta per cento di assoluzioni; traffico di influenze), ma anche sulla delicata questione delle intercettazioni. Ai primi di giugno tutto ciò finirà sul tavolo del governo. Inutile dire che ieri il guardasigilli non si è espresso sui contenuti, ma dal discorso vibrato nella solennità di Salone dei Busti è possibile comprendere quale sarà lo spirito del lavoro da affrontare a stretto giro. Si tratterà di interventi improntati a «pragmatismo e garantismo», di cui presunzione di innocenza e certezza della pena sono «due facce inscindibili», dice Nordio ricordando che la Costituzione «parla di pena, non di carcere», provando a incrociare idealmente lo sguardo dei nuovi giuristi che entreranno nell'antica fortezza normanna. 

E non a caso che il capitolo custodia cautelare in carcere viene visto da un'altra prospettiva.

Spiega il ministro: «Un'espiazione attraverso misure e percorsi adatti ai profili, anche molto diversi, dei detenuti può essere più efficace» anche dal punto di vista del loro reinserimento sociale». Parliamo del sogno di un sistema giuridico calibrato su ogni individuo che si affaccia al cospetto di un Tribunale. Possibile, secondo quanto emerso finora, la formazione di un giudice collegiale (sul modello del Tribunale del Riesame) per firmare arresti e retate. 

 

Non mancano riferimenti alla questione delle intercettazioni. È il punto in cui il ministro Nordio pensa a una giustizia capace di rispondere tempestivamente alle vittime dei reati ma anche in grado di «tutelare i diritti e la reputazione di chi, anche sotto indagine, è presunto innocente, nel bilanciamento con altri diritti costituzionalmente garantiti come la libertà di stampa». Ma restiamo alla questione delle intercettazioni. Un tasto sul quale si batte da tempo. Sulle captazioni l'intenzione non sarebbe «limitarne l'utilizzo nelle indagini bensì la diffusione, soprattutto per ciò che riguarda i non indagati», come assicurato dal viceministro Francesco Paolo Sisto. Ma come tutelare segretezza delle indagini e garanzie dell'indagato? Al Corriere della sera, il viceministro Sisto ha indicato tra le misure allo studio anche l'interrogatorio preventivo dell'indagato «per dargli modo di chiarire la propria posizione ed evitare che un arresto si tramuti in errore giudiziario». Una regola che tuttavia non dovrebbe valere per i reati più gravi (mafia, terrorismo, violenza sulle fasce deboli). Per quanto riguarda l'abuso d'ufficio, è noto che il ministro vorrebbe abrogarlo per superare la paura della firma da parte dei sindaci ma le diverse sensibilità presenti nella maggioranza dovrebbero portare a una modifica del reato piuttosto che alla sua cancellazione: resterebbe in piedi solo l'abuso di danno non quello di vantaggio. Una modifica decisiva, anche a tutela delle procedure di appalto che ruotano attorno ai fondi del Pnrr. Non è invece ancora chiaro se in questo primo pacchetto entreranno la riforma della prescrizione e la possibilità del pm di appellare le sentenze di assoluzione.

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Un intero mondo che viene esplorato nei giorni in cui Castelcapuano torna a brillare di luce propria, tra la grande Biblioteca giuridica, la mostra sui reperti giudiziari, il Salone dei Busti restaurato e la scuola di formazione. Tutto ciò in una fortezza che potrebbe ospitare l'antica colonna infame napoletana, dal medioevo giuridico alla «riforma del garantismo». 

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