Daniela Santanchè, il caso arriva in Parlamento: «Non mi dimetto». E il centrodestra si compatta attorno alla ministra

Per la premier Giorgia Meloni, non c'è «nessun problema a riferire in Parlamento». Da Forza Italia alla Lega, la maggioranza esclude le dimissioni della ministra dopo l'inchiesta di Report

Il caso Santanché arriva in Parlamento, ma il centrodestra si compatta attorno alla ministra ANSA/ANGELO CARCONI
Il caso Santanché arriva in Parlamento, ma il centrodestra si compatta attorno alla ministra ANSA/ANGELO CARCONI
di Luca Pulejo
Domenica 25 Giugno 2023, 16:05 - Ultimo agg. 26 Giugno, 10:00
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La ministra del Turismo Daniela Santanchè andrà in Aula a riferire sulle presunte irregolarità nella gestione delle sue imprese, al centro di un'inchiesta di Report. «Nessun problema a riferire in Parlamento», ha dichiarato ieri la premier Giorgia Meloni, aggiungendo che Santanchè «è tranquilla, come sono tranquilla io». 

Poco dopo, è arrivata anche l'apertura della diretta interessata: «Sono stata io a decidere di andare in Parlamento», ha dichiarato la ministra, chiarendo che «non me l’ha chiesto Giorgia Meloni. Un gesto che, ha aggiunto, non arriva perché chiesto dalle opposizioni, ma come atto di «chiarezza verso gli italiani». Santanchè ha ricordato di non aver «ricevuto neanche un avviso di garanzia» ed escluso di dimettersi («non esiste»). 

Maggioranza compatta

Esclude la necessità di dimissioni anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui Santanchè «ha già chiarito» e se vuole presentarsi in Parlamento «è una sua scelta». Il coordinatore di Forza Italia ha poi negato possibili contrasti con la Lega sul punto. «Non mi pare, Salvini ha chiarito che non c'è nessun contrasto nel governo.

Fidatevi: staremo insieme per cinque anni». Parole nette, quelle di Tajani, che eliminano dubbi sul sostegno azzurro alla ministra (in passato esponente di Forza Italia).

In mattinata, è arrivata in soccorso della ministra anche la Lega, per bocca di Riccardo Molinari: «Valuterà lei se è il caso di chiarire qualcosa e riferire in Aula», ha dichiarato il capogruppo del Carroccio alla Camera, aggiungendo che «di certo non è la Lega che chiede al ministro di riferire in Aula dopo un'inchiesta giornalistica». Lo stesso Molinari ha poi contestato le ricostruzioni giornalistiche rispetto ad alcune sue precedenti dichiarazioni che sembravano spingere la ministra ad andare in Parlamento.

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Il chiarimento

Lo "scudo" della maggioranza arriva infatti dopo che, in una prima fase, sia dalla Lega che da una parte di Forza Italia erano circolate dichiarazioni di altro tenore. Per esempio, intervenendo venerdì a Un Giorno da Pecora (Rai Radio 1), il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, pur ribadendo la posizione garantista del Carroccio ed escludendo la necessità di dimissioni, aveva aggiunto che Santanchè, «venendo a spiegare in Aula la questione, però potrebbe chiarire ulteriormente».

Così era sembrato fare, sempre venerdì, anche Giorgio Mulè (Forza Italia) nel momento in cui affermava: «È giusto che lei spieghi i contorni della vicenda affinché non ci siano dubbi, è giusto che la chiarisca, in Parlamento o in tv, contribuendo ad eliminare qualunque possibile velo di incertezza». Lo stesso Mulè, però, ha poi chiarito che le sue parole erano state travisate: «Ho detto e ribadisco che non rilevo ombre e che la reazione della senatrice Santanchè all'inchiesta giornalistica è stata dura e ferma e non ho motivo di dubitare della correttezza da lei rivendicata», ha puntualizzato il vice-presidente della Camera, prima di aggiungere: «Sarà lei, se ritiene, a precisare o intervenire nelle sedi che eventualmente riterrà opportune».

 

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