Elezioni, Conte (ri)chiude al Pd: «Noi primo partito al Sud»

Elezioni, Conte (ri)chiude al Pd: «Noi primo partito al Sud»
Elezioni, ​Conte (ri)chiude al Pd: «Noi primo partito al Sud»
di Emilio Pucci
Mercoledì 14 Settembre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:05
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Il maggior rappresentante dell'opposizione per difendere le leggi M5S dal futuro governo e in prospettiva il leader di un nuovo fronte largo, con la convinzione che gli attuali vertici del Pd cambieranno dopo il 25 settembre. È la scommessa di Giuseppe Conte: un piano confidato ai fedelissimi che punta a un'alternativa al centrodestra con il giurista pugliese che si presenterà come punto di riferimento dei progressisti. L'ex premier vede il vento in poppa, «al Sud ci danno come primo partito: possiamo portare a casa molti uninominali che si ritenevano persi». Per questo motivo tornerà prima in Puglia, poi Campania e infine Sicilia. Una sorta di Lega del Sud con M5S che, sondaggi alla mano, starebbero togliendo voti alla destra, come sostiene Enrico Letta. «E allora siamo tutti contenti», dice Conte. Ma con il segretario dem i ponti sono rotti: «Aspetto ancora le sue scuse», ribadisce Conte, alludendo agli attacchi dem sul dl aiuti. 

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L'avvocato di Volturara Appula ha piantato le bandierine: oltre a quella sul superbonus, c'è il no ad un altro sostegno militare all'Ucraina, il sì alla transizione energetica, l'insistenza sui temi legati alla giustizia e alla legalità (con l'ex procuratore generale di Palermo Scarpinato candidato in Sicilia) e soprattutto l'arroccamento sul reddito di cittadinanza e sul salario minimo. «Puntiamo sottolinea l'europarlamentare pentastellato Castaldo soprattutto ai giovani.

Lottiamo contro il lavoro povero e per l'inclusione sociale». Con questi punti Conte ritiene che M5S riuscirà a raggiungere perlomeno il 15% in modo da essere delle elezioni ed essere centrale nel prossimo Parlamento. E a marginalizzare questa l'intenzione da una parte il Terzo Polo e dall'altra proprio il Pd. «Non entro in casa altrui», ha osservato un paio di giorni. E ha chiuso anche a Orlando che aveva ipotizzato un ritorno al dialogo solo se il Pd vincerà le elezioni. Ma l'ex premier raccontano dopo il 25 settembre può riaprire la porta per possibili intese alle Regionali. Ma solo la condizione se al Nazareno cambieranno gli interpreti e si mirerà a una nuova agenda senza alcun riferimento a Draghi. 

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