Equipollenza, il caso arriva al Parlamento Ue: «È tempo che il ministero faccia chiarezza»

«Quando c'è una volontà una strada la si trova, ma a quanto pare l'Italia non ha la volontà politica di risolvere il problema e scriveremo una lettera»

Lucia Vuolo
Lucia Vuolo
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 16:56
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«Quando c'è una volontà una strada la si trova, ma a quanto pare l'Italia non ha la volontà politica di risolvere il problema e scriveremo una lettera».

Una frase emblematica e l’annuncio del Vicepresidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo. On. Peter Jahr, dopo le audizioni dell’onorevole Lucia Vuolo in merito alle due petizioni presentate e discusse a Bruxelles.

Una decisione che arriva dopo l'unanimità espressa dai gruppi politici presenti. Immediato il commento della Vuolo che da anni conduce una battaglia che mira a restituire prima di tutto il diritto al lavoro a migliaia di docenti rimasti praticamente bloccati.

«L'unanimità delle forze politiche europee attesta la portata professionale e umana dei principi espressi nelle petizioni. - ha spiegato la Vuolo - Sono soddisfatta perché finalmente il Ministero dell'Istruzione dovrà spiegare i criteri adottati per tutti gli "equipollenti" e, cosa ancora più importante, dovrà fornire garanzie sui tempi biblici per il riconoscimento dei titoli.

Tempi che relegano di fatto quasi 20 mila docenti abilitati a casa».

Due le petizioni: “Tutela del diritto al lavoro degli abilitati e specializzati sul sostegno all'estero”, e “Docenti italiani accesso impiego e insegnamento, principio legittimo affidamento comunitario, libera circolazione”. Puntuali nell'intervenire l’avvocato Maurizio Danza, con gli avvocati Angela Maria Fasano e Stefania Fasano queste ultime anche per conto del Silav rappresentato per l'occasione a Bruxelles dal suo segretario generale Gaetano Giordano.

«La disposizione di legge italiana e l'ordinanza del Ministero Istruzione nel pregiudicare il diritto di migliaia di docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e di specializzazione sul sostegno conseguite all’estero ed in attesa di riconoscimento, collocati in coda a chi è privo di tali titoli nelle graduatorie per il conferimento di contratti a tempo determinato, discrimina gravemente il diritto di accesso al lavoro - spiega l’avvocato Maurizio Danza, secondo firmatario di una delle due petizioni presentate a Bruxelles. Non è da meno Gaetano Giordano, segretario generale Silav, che ricorda come la petizione firmata ponga l'accento sul “grave ritardo da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nel processo di riconoscimento dell’abilitazione sostegno conseguita all’estero da migliaia di giovani docenti precari che, in buona fede, hanno ottenuto un titolo che presenta piena validità giuridica”. All'unanimità la Commissione Petizione ha deciso affinché entrambe le petizioni restino aperte e, come annunciato, una “letteraccia” sarà inviata alle autorità italiane. Obiettivo unanime: ottenere spiegazioni tali da rendere giustizia, sia sul piano professionale sia umano, ai quasi 20 mila docenti “equipollenti” in attesa del nulla osta ministeriale.

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