Eutanasia, Vasco Rossi dona i diritti della canzone "Vivere" per un nuovo video-spot

Vasco Rossi
Vasco Rossi
Mercoledì 15 Gennaio 2014, 21:14 - Ultimo agg. 21:19
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Sullo sfondo scorrono i ricordi, e mentre Vasco Rossi canta oggi voglio stare spento... la malattia irreversibile permette solo al protagonista di "spegnere" la radio che sta trasmettendo la canzone. È una delle immagini più forti del nuovo spot dei Radicali e del Comitato EutanaSiaLegale a sostegno della proposta di legge popolare, presentata in Parlamento, per legalizzare la dolce morte. Spot per il quale Rossi ha donato i diritti di "Vivere" appunto, una delle sue canzoni più importanti.



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E' il terzo video che viene prodotto per la campagna promossa dall'associazione Luca Coscioni, dopo quello "AAA cerchiamo malati terminali" e un secondo spot realizzato dagli studenti dell'Accademia della Comunicazione di Milano. Oggi la battaglia pro eutanasia si arricchisce del sostegno di Vasco Rossi, che, si legge in una nota dell'associazione, da poco si è iscritto nuovamente al Partito radicale e quindi anche alla Coscioni, e «ha donato i diritti di utilizzo di una delle sue canzoni più importanti per rappresentare il punto di vista di un malato costretto nel suo letto dopo una vita intensa di ricordi».



I familiari che lo assistono, il cane che lo osserva, e sulle struggenti note del rocker («vivere, è passato tanto tempo...») l'anziano protagonista dello spot, costretto a letto dalla malattia, dopo un passato che lo ha visto sugli sci e a correre la maratona, come mostrano alcune fotografie, può solo dal suo letto accendere e spegnere una vecchia radio. Lo sguardo fiero, e quel gesto quando il testo della canzone arriva al passaggio "oggi voglio stare spento", mentre una voce fuori campo invita a sostenere la campagna per l'eutanasia legale,

«per vivere liberi fino alla fine».



L'intento dell'associazione Coscioni è quello di chiedere che in Parlamento «ma anche in quello che coinvolge decine di milioni di cittadini in televisione, si apra finalmente un dibattito sull'eutanasia legale come alternativa alla "morte all'italiana" dell'eutanasia clandestina». Una «battaglia civile», iniziata da Piergiorgio Welby, che ha raggiunto «una tappa importante il 13 settembre 2013» quando il Comitato Promotore Eutanasia Legale, (Associazione Coscioni, Exit, Uaar, Radicali, Amici di Eleonora Onlus, Associazione radicali Certi diritti) ha consegnato a Montecitorio la proposta di legge di iniziativa popolare "Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia", firmata da oltre 67.000 italiani.



La presidente della Camera Laura Boldrini, ricorda ancora la nota, «ha ricevuto il Comitato Promotore della PdL riconoscendo l'importanza delle tematiche sulla fine della vita, diventate urgenze sociali, e sulla necessità di tempi certi per la discussione in Parlamento». «Piergiorgio Welby non c'è più - conclude l'associazione Coscioni - ma le sue parole, la sua richiesta di una "morte opportuna" riecheggiano e pesano come macigni sulla indifferenza che i partiti hanno dimostrato dinanzi alle morti in solitudini dei tanti come Carlo Lizzani, Franco Lucentini, Mario Monicelli, Lucio Magri, Vittorio Bisso, Daniela Cesarini, Piera Franchini, Roberto Gandolfo, Pietro D'Amico».