Governo, cosa succede ora? Le tappe dai capigruppo alle consultazioni (non prima del 20 ottobre)

Governo, cosa succede ora? Le tappe dai capigruppo alle consultazioni (non prima del 20 ottobre)
Governo, cosa succede ora? Le tappe dai capigruppo alle consultazioni (non prima del 20 ottobre)
di Fausto Caruso
Venerdì 14 Ottobre 2022, 17:06 - Ultimo agg. 23:09
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Tregua apparente in Parlamento dopo i brividi e il giallo dei 17 voti misteriosi che ieri hanno permesso l'elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Dopo settimane di totonomi le prime due caselle sono state sistemate con l'elezione del vicesegretario leghista Lorenzo Fontana alla terza carica dello Stato. Ma la maggioranza già guarda avanti: il calendario dei lavori parlamentari è già stilato e Giorgia Meloni avrà pochi giorni per ricucire la propria maggioranza che per ora traballa, ma regge.

Capigruppo e vicepresidenti

Il primo punto dell'agenda dei partiti è l'elezione dei capigruppo, passaggio fondamentale in vista delle consultazioni con il Presidente della Repubblica. Entro il 17 ottobre ogni eletto dovrà comunicare al presidente della propria assemblea a quale gruppo parlamentare intende appartenere. I 18 i gruppi così costituiti si riuniranno per eleggere il proprio presidente. Alcune scelte sono già definite. Si procede all'insegna delle riconferme per FdI e Lega: il partito di Giorgia Meloni dovrebbe rinnovare il mandato a Francesco Lollobrigida a Montecitorio, per il Senato in lizza Ciriani. Nel Carroccio dopo “il passo di lato” in favore di Fontana, Riccardo Molinari è stato confermato capogruppo alla Camera, mentre al Senato potrebbe essere premiato il gioco di squadra di Roberto Calderoli, ammesso che non lo attenda un ministero. Forza Italia vive invece un momento di subbuglio, dopo il fallito strappo su La Russa: esclusa dalla lista dei ministri, Licia Ronzulli potrebbe diventare capogruppo dei senatori azzurri, mentre per la Camera non si esclude la riconferma di Paolo Barelli, che però è insediato dall'ala ronzulliana. Per le opposizioni, il Pd non ha ancora indicato nomi, ma il segretario uscente Enrico Letta ha dichiarato fin da dopo le elezioni che sarebbero state due donne, difficile però la conferma di Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. Il Terzo polo ha indicato Matteo Richetti per la Camera e Raffaella Paita per il Senato, il M5S potrebbe optare inizialmente per la continuità.

 

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La data segnata in rosso sui calendari delle due aule è il 19 ottobre, il giorno in cui si giocherà la prima partita decisiva per le opposizioni: l'elezione degli Uffici di Presidenza, nei quali, tra vicepresidenti, segretari e questori, devono essere rappresentati tutti i gruppi parlamentari. I fari sono puntati sulle vicepresidenze: i posti totali sono otto, quattro alla Camera e quattro al Senato. Tolti i due che si terrà la maggioranza, alle opposizioni ne restano sei. Per Matteo Renzi la divisione ideale sarebbe tre al Pd, due ai Cinquestelle e uno ad Azione-Iv, ma il rottamatore e Calenda nei giorni scorsi hanno denunciato un accordo tra dem e grillini per escluderli.

Le votazioni andranno seguite con grande attenzione perché se alla fine la spartizione fosse 3-3 con una delle opposizione escluse potrebbe essere un indizio su quale partito è giunto in aiuto di FdI a Palazzo Madama.

Le consultazioni e l'incarico

Fissato questo appuntamento istituzionale, è facile dedurre che le consultazioni non possano iniziare prima del 20 ottobre. Qui l'incognita riguarda l'atteggiamento che verrà tenuto dalla coalizione di maggioranza: andranno da Mattarella tutti insieme dopo aver ricomposto la frattura oppure FI andrà da sola? Ipotizzando, anche alla luce dell'accordo su Lorenzo Fontana alla Camera, che il lavoro dei pontieri vada a buon fine e la maggioranza si ricompatti, le consultazioni saranno molto rapide e Giorgia Meloni potrebbe avere l'incarico di formare il governo entro la mattinata del 22, ovvero subito dopo la fine del Consiglio Europeo a cui presenzierà il premier uscente Mario Draghi.

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A quel punto Giorgia Meloni ha due opzioni: se durante i prossimi 7 giorni si troverà l'accordo su tutti i nomi, potrebbe presentarsi da Mattarella già con la lista dei ministri in mano per accelerare i tempi, in caso contrario la partita andrebbe chiusa comunque a stretto giro per giurare il 23 ottobre e avere la fiducia tra il 24 e il 25. Frizioni permettendo il nuovo governo dovrebbe nascere a soli 30 giorni dalle elezioni, quasi un record per i tempi della politica italiana.

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