Infrastrutture, Italia a due velocità ma la Campania si salva

In Sardegna niente autostrada, in Basilicata pochi km marginali

Infrastrutture, Italia a due velocità
Infrastrutture, Italia a due velocità
di Nando Santonastaso
Giovedì 23 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:57
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La Napoli-Bari, soprattutto. Ma non solo. Se la Campania figura unica del Sud - tra le cinque, uniche regioni italiane che superano la media europea nella classifica della competitività infrastrutturale, il merito non va attribuito esclusivamente alla linea ad Alta Capacità/Velocità ferroviaria, peraltro ancora in fase di realizzazione. Lo studio elaborato da Svimez per conto di Conftrasporto e presentato in occasione del forum internazionale organizzato con Confcommercio, conferma il peso specifico della nuova opera (la prima ad Alta Velocità nel Mezzogiorno) ma dimostra anche che è la dotazione ferroviaria complessiva esistente nella regione a posizionarla ai vertici della graduatoria nazionale in compagnia di Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio. La rete, in altre parole, dà importanti garanzie in attesa che vengano spesi gli altri 15 miliardi di investimento del Gruppo Fs in Campania previsti dal Piano industriale 2022-2031 presentato lo scorso anno. Di quel piano fanno parte anche i due lotti iniziali, tra Campania e Lucania, del progetto di Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria che in un primo momento sembrava avere trovato posto tra gli impegni prioritari del Pnrr e che successivamente è stato invece frenato (lo si dovrebbe finanziare con altri capitoli di spesa). Se ne dovrebbe parlare il 5 dicembre prossimo al nuovo appuntamento organizzato dalla Fondazione Merita e dedicato, appunto, allo stato dell'arte sulle infrastrutture meridionali. 

Di sicuro, il primato ferroviario campano (che sarà rafforzato anche dagli investimenti della Regione per il trasporto regionale nell'ambito del massiccio Piano di Opere pubbliche da oltre un miliardo di euro appena annunciato) emerge in modo evidente rispetto alla situazione piuttosto deprimente delle infrastrutture al Sud.

La Campania, insieme al Piemonte e alla Lombardia, è l'unica ad avere migliorato la sua posizione nel periodo 2019-22, pur denunciando un indice tutt'altro che edificante in materia di accessibilità stradale rispetto alle due regioni settentrionali. Ci sarebbe per la verità anche il trasporto aereo, ma il boom di Capodichino in questo 2023 non sembra essere rientrato nella metodologia temporale della ricerca che infatti assegna a Lazio e Lombardia il vertice di questa classifica, sia per il traffico passeggeri sia per i cargo (in questo caso il valore aggiunto di più scali aeroportuali indubbiamente si fa sentire).

La Campania che corre almeno sulle rotaie non può, in ogni caso, far dimenticare come il Paese resti decisamente a due velocità nonostante il fatto che la voce alla quale il Sud ha ottenuto e visto spendere la maggiore percentuale di risorse del Pnrr sia proprio quella dei trasporti (si è superata la soglia del 40% prevista per legge per le opere da realizzare nel Meridione). L'Alta Velocità rimane la Cenerentola da Napoli (e in parte Salerno) in giù, in attesa di raggiungere Bari: solo 181 i km di rete ferroviaria veloce, esclusivamente in Campania, appunto, che corrispondono appena al 12,3% del totale nazionale. Gap enorme anche per l'elettrificazione della rete: 58,2% al Sud (come nel 2021, Sardegna unicamente a trazione diesel), rispetto all'80% al Centro-Nord. E ancora, bassa quota del doppio binario (31,7% contro il 53,4% al Centro-Nord).

Le cose vanno anche peggio, in base alla ricerca Svimez, quanto a dotazione di infrastrutture stradali. In Sardegna nessun chilometro di autostrada, pochi e comunque marginali quelli esistenti in Basilicata. Nelle regioni meridionali, in altre parole, si registrano maggiori difficoltà di reperimento degli input con ripercussioni negative sul processo produttivo. Per le imprese del Sud i fornitori sono più lontani: la distanza medie per gli acquisti delle imprese è pari a 264,3 km contro il 122,7 del Centro, i 105 del Nord-Ovest e i 94,4 del Nord-Est. Eppure, secondo quanto emerge dallo studio, «i due possibili scenari futuri sull'evoluzione del commercio internazionale (globalizzazione contro regionalizzazione) hanno come denominatore comune la tendenza a un'ulteriore saturazione dei valichi alpini (Monte Bianco, Frejus, Brennero, Gottardo), e rendono urgente l'apertura di nuove direttrici (Terzo valico, Galleria ferroviaria di base Fortezza - Innsbruck, seconde canne Monte Bianco e Frejus) e gli shift modali (ferrovia, cabotaggio, cargo aereo)». Il Sud rischia di restare indietro anche perché «molte opere sono ancora in progettazione (56% contro il 36% del Centro-Nord), mentre i cantieri aperti sono pochi (13% contro il 34% del Centro-Nord)». E la costruzione del Ponte sullo Stretto al di là degli annunci resta comunque dipendente dall'arrivo dell'Alta velocità in Calabria e Sicilia su cui, come detto, al momento è impossibile azzardare tempi e scadenze. 

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