Leggi abolite, il governo elimina 22.000 norme: dalle nozze notturne alle tasse sulla neve

Con l'ok del consiglio dei ministri è stato raggiunto e superato l'obiettivo di arrivare entro luglio ad abrogare 20mila decreti regi.

Leggi abolite, il governo elimina 22.000 norme: dalle nozze notturne alle tasse sulla neve
Leggi abolite, il governo elimina 22.000 norme: dalle nozze notturne alle tasse sulla neve
Martedì 8 Agosto 2023, 21:18 - Ultimo agg. 9 Agosto, 10:50
3 Minuti di Lettura

Il governo ha cancellato 22.000 leggi. Sono stati aboliti 3.637 decreti regi in cdm che, sommati a quelli già abrogati superano i 20mila. Su proposta della ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Casellati, sono stati cancellati in tutto 22.574 provvedimenti, che raccontano uno spaccato dell'Italia pre repubblicana.

Con l'ok del consiglio dei ministri è stato raggiunto e superato l'obiettivo di arrivare entro luglio ad abrogare 20mila decreti regi.

Leggi abolite: dai piccioni viaggiatori ai dazi sulla neve

Tra i tantissimi è stato cancellato quello che istituiva il "Regolamento amministrativo-contabile della Regia Azienda Monopolio Banane", ma anche quello per l'approvazione del "Regolamento per l'applicazione della legge riguardante l'allevamento e l'impiego dei colombi viaggiatori".

Le "Modificazioni al regolamento sulla requisizione dei quadrupedi e dei veicoli per il Regio esercito e per la Regia Marina"; la "costituzione del Consorzio di colonizzazione di Genale nella Somalia italiana", la "Soppressione dell'Istituto nazionale per il risanamento antimalarico della Regione Pontina".

Nella prima tappa del processo di semplificazione, erano volati via, oltre ai piccioni viaggiatori, 2.535 decreti risalenti al decennio 1861-1870. Tra questi si spazia dall'estensione a tutti i cittadini del Regno del diritto di concorrere ai posti gratuiti del Collegio di musica di Napoli, ai decreti che determinavano tasse sul bestiame; da quello sul regolamento del Corpo dei Pompieri di Forlì, a quello che approvava la Società anonima della filanda di canape in Bagnacavallo, passando per l'autorizzazione al comune di Cerignola a imporre un dazio sulla neve.

È stata una vera e propria operazione di disboscamento. Tra gli altri decreti regi abrogati se ne trova anche uno del 1872 che "approvava la Società generale italiana per le latrine asportabili e per la fabbricazione dei concimi in Firenze". Ma anche un altro più vecchio di otto anni che "regolava la tassa sui noleggi delle merci importate ed esportate per via di terra e di mare nella città di Bari e sua provincia".

Nel 1874 invece, un regio decreto aumentò "il numero dei fuochisti del Regio lancia-siluri" Pietro Micca. Ce n'era un altro sulle nozze di notte, del 1877 che, a sua volta, annullava "la deliberazione del comune di Lucca, relativa all'imposizione di una tassa sugli atti di matrimonio celebrati in tempo di notte".

Ha visto la sua fine anche quello del 14 luglio 1895, "che autorizza il comune di Pesaro a continuare a riscuotere in luogo ed a compensazione della tassa di minuta vendita sulle bevande vinose e spiritose, sul mosto e sull'uva, un dazio addizionale superiore al 50 per cento del governativo per l'introduzione delle dette bevande nella linea daziaria".

È di 4 anni dopo quello che "trasforma la pia casa delle ritirate di Crema in ricovero per fanciullette povere". Una fetta di storia non di secondo piano, infine, si ritaglia anche il regio decreto del 1866 che dava "piena ed intera esecuzione alla Dichiarazione firmata in Cairo il 21 dicembre 1885, concernente la soppressione della tratta degli schiavi". 

© RIPRODUZIONE RISERVATA