Nomine Rai, il Cdm apre il Risik: sì al tandem Sergio-Rossi. Fuortes verso il San Carlo di Napoli

Passa la norma per mandare in pensione i sovrintendenti a 70 anni: Lissner in uscita

Fuortes verso il San Carlo di Napoli, il Cdm apre il Risiko Rai: sì al tandem Sergio-Rossi
Fuortes verso il San Carlo di Napoli, il Cdm apre il Risiko Rai: sì al tandem Sergio-Rossi ​
di Francesco Bechis
Venerdì 5 Maggio 2023, 00:19 - Ultimo agg. 13:25
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Dopo tanti crucci e rinvii il governo apre le danze delle nomine Rai. Carlo Fuortes lascerà l’incarico di amministratore delegato della tv pubblica la prossima settimana: sarà il nuovo sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli. Al suo posto salirà al settimo piano di viale Mazzini Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, affiancato da Giampaolo Rossi nella veste di direttore generale. Sarà lui, da sempre l’ “uomo Rai” di Fratelli d’Italia, a subentrare a Sergio al timone della prossima consiliatura, nel 2024. È questa la quadra trovata dal centrodestra che ieri ha dato ufficialmente il via al “Raibaltone” con una norma ad hoc licenziata dal Cdm. Ovvero il decreto che fissa a 70 anni il limite di età per i direttori stranieri di teatri e fondazioni liriche e dunque accompagna alla porta l’attuale sovrintendente del San Carlo, il francese Stéphane Lissner, che di anni ne ha 70 da gennaio. 

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IL VALZER

Il governo insomma va avanti sul rinnovo dei vertici della tv pubblica nonostante le frizioni nella maggioranza emerse nei giorni scorsi: da un lato il pressing di FdI, stanca di un lungo digiuno a viale Mazzini, dall’altro la resistenza della Lega che teme di lasciare campo aperto ai meloniani in Rai.

In mezzo la premier Giorgia Meloni che fino all’ultimo ha esitato sul “decreto-Fuortes”, salvo dare il via libera tra le proteste delle opposizioni, «una responsabilità grave» ha tuonato ieri il Movimento Cinque Stelle seguito, anzi inseguito dal Pd di Elly Schlein, «al via l’occupazione della destra». Trovato l’incastro ai piani alti, ecco aprirsi la vera partita per il futuro della tv pubblica. Nomine, direzioni, tg e programmi in prima e seconda serata. Non subito, però. Entro l’inizio della prossima settimana il decreto sarà pubblicato. Solo allora la Fondazione Teatro San Carlo, preso atto della decadenza di Lissner, proporrà il nome di Fuortes come sovrintendente al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che a sua volta emanerà un decreto per la nomina. Il manager in uscita dal Settimo Piano - e va spiegandolo da un pezzo - si muoverà solo di fronte a un’offerta ufficiale. A quel punto presenterà le dimissioni all’azionista, il Mef, e alla presidente Marinella Soldi, mentre il governo convocherà un nuovo Cdm per l’investitura di Sergio. E pazienza se Lissner, come ha già fatto, prometterà fuoco e furia in tribunale per il pensionamento forzato, ha rassicurato Fuortes Palazzo Chigi: il cambio al San Carlo è più che legittimo e si farà, punto. È qui, con i nuovi palinsesti che incombono, che la Rai conservatrice sarà tenuta a battesimo. Un valzer di nomine che metterà alla prova i nervi della maggioranza. Si parte dai telegiornali. Sembrerebbe spianata la strada per il Tg1 di Gian Marco Chiocci, a Monica Maggioni sarà affidato il coordinamento editoriale. Sulla scelta del direttore dell’Adnkronos forse non sarà unanime la pattuglia meloniana in arrivo alla Rai ma di sicuro è convinta Meloni che stima da tempo il giornalista.

IL TOTO-NOMI

Al Tg2 Forza Italia vorrebbe Antonio Preziosi. Difficile, lì è appena approdato Nicola Rao che per il centrodestra è un riferimento e potrebbe lasciare solo per una promozione di peso, per lui non è ancora escluso il primo tg. Ma in ballo ci sono anche le direzioni di genere. In pole per gli Approfondimenti al posto di Antonio Di Bella, in pensione a metà maggio, il vice Paolo Corsini, volto caro ai meloniani di viale Mazzini. Al Day Time Angelo Mellone potrebbe sostituire Simona Sala, per il Prime Time si scalda già invece Marcello Ciannamea che in quota Lega subentrerà a Stefano Coletta. E a via Bellerio già sorridono immaginando un Sanremo 2024 in salsa sovrana e sovranista, altro che rose, baci fluidi e comizi anti-governo. Ammesso che Ciannamea, uomo-azienda noto per il suo equilibrio, si presti alla virata. Finisce qui? Certo che no. I palinsesti, si diceva, saranno il vero test del Raibaltone, il freno al contro-canto Rai che a giorni alterni nei talk-show mette nel mirino la maggioranza. Così i leghisti chiedono i riflettori per Laura Tecce e Monica Setta, prima serata, s’il vous plait, per il mattino invece il nome è Roberto Poletti. E per Fabio Fazio Che tempo che fa?: il conduttore è sull’uscio della Rai e a un passo da Canale 9 dove lo attende Maurizio Crozza. All’Eredità, oggi di Flavio Insinna, invece, si scalda Pino Insegno, attore e voce della scalata meloniana al governo. 

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