Meloni-Schlein, duello per i fondi al Sud

Giorgia attacca, Elly replica: «Da Roma scelte sbagliate»

Giorgia Meloni e Elly Schlein
Giorgia Meloni e Elly Schlein
Lunedì 12 Febbraio 2024, 00:09 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 07:05
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Passa per il Sud, e segnatamente per la Campania, il duello tra la premier Giorgia Meloni e la leader dell’opposizione Elly Schlein che sale via via di tono nella lunga marcia verso le Europee. Stavolta è la Meloni che affonda il colpo, dopo l’intervista al Corsera nella quale la segretaria del Pd aveva tra l’altro provato a stanare il governo lamentando l’assenza di iniziative sulla crisi di Gaza. Ma soprattutto dopo che il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva qualche giorno fa nuovamente attaccato con toni particolarmente aspri i ministri (definiti «delinquenti politici» e «disturbati mentali») intorno alla spinosa questione del blocco dei Fondi Coesione per il Mezzogiorno.

Due piccioni con una fava sola, la premier verticalizza l’attacco dal profilo fb e chiama in causa direttamente la Schlein: «Mi chiedo e le chiedo se non ritenga, a nome del Pd, di prendere le distanze da queste intollerabili violenze verbali, autentiche intimidazioni, espresse da parte di un rappresentante delle istituzioni e del suo partito. Abbiamo atteso un segno di dissociazione e di condanna, finora inutilmente.

Se non arrivasse, prenderemo atto del fatto che questi sono gli impresentabili metodi democratici del Pd».

Dal canto suo, la leader pd - che pure non vanta un rapporto del tutto disteso con il governatore campano - non rinuncia al contrattacco: «Come al solito Meloni sposta l’attenzione dalla vera questione, che sono le scelte antimeridionaliste del governo». Ma distingue e sembra osservare le distanze da De Luca: «Non c’è bisogno del turpiloquio per attaccare le disastrose scelte del governo. Certi toni non mi appartengono, del resto li abbiamo già sentiti contro di noi». Poi la Schlein riprende l’affondo contro la Meloni nel merito dei linguaggi cruenti e sottolinea: «Ma visto che la presidente Meloni è così sensibile al linguaggio la prossima volta non ho dubbi che prenderà le distanze dal suo capogruppo Foti che ci insulta ogni giorno con epiteti vari, da Delmastro e Donzelli che ci hanno accusato addirittura di stare coi mafiosi. Fossi in lei sarei più preoccupata del giudizio degli italiani sulle politiche scellerate del suo esecutivo, che - tra l’altro - ha sottratto ingenti risorse al Sud».

A dare man forte alla Schlein dal nazionale c’è Andrea Orlando, ex Guardasigilli e deputato pd, che riporta la polemica sul merito e chiede alla Meloni: «Approfittando di questo richiamo al bon ton, che immagino estenderà agli esponenti della sua maggioranza e in particolare al suo vice, onorevole Salvini, può dirci se è vero o meno che state riducendo i fondi destinati al Mezzogiorno? Cordiali saluti».

La replica di Vincenzo De Luca non si fa attendere e ricalca con simmetria la nota della Schlein. Ovvero, anche il governatore distingue e non si fa schermo della segretaria pd chiedendo alla Meloni: «Come le è venuto di evocare l’onorevole Schlein?». Puntualizza alla premier: «A parte qualche mia parola da lei e dai suoi allievi ampiamente meritata, io non le ho mai fatto del male». E le chiede un confronto pubblico che potrebbe avere luogo venerdì, è la sua proposta, quando i rappresentanti dell’Anci Campania e del Sud saranno a Roma per sollecitare risposte concrete a favore dei territori.

Per il resto il governatore non rinuncia al suo linguaggio franco e talvolta sopra le righe: «Illustre Presidente, sappiamo io e lei quali sono i metodi democratici, “politicamente corretti”, per esercitare forme di discriminazione. Ma lei può immaginare davvero, insieme con il suo allievo Fitto, di prendere per i fondelli i suoi interlocutori? Con tutto il rispetto non è un cavallo per la sua coscia come direbbe Montanelli!». Chiede risposte sul merito: «Sui fondi di coesione il governo ha accumulato un ritardo di un anno e mezzo, bloccando opere, cantieri, e occasioni di lavoro. Noi siamo per la burocrazia zero. I ritardi clamorosi del governo faranno aprire i primi cantieri con tre anni di ritardo». Ancora: si lamenta il blocco degli interventi per i Campi Flegrei, per le opere stradali, per la programmazione culturale, per il recupero di beni storico-artistici. Soprattutto De Luca lancia nuovamente l’allarme sul rischio dissesto per oltre 200 Comuni che si profilerebbe a suo avviso per «il blocco arbitrario dei fondi del programma complementare: un miliardo e 300 milioni che si aggiungono al blocco dei 6 miliardi di fondi per la coesione della Campania». Ce n’è poi anche per la politica della Zes unica: «Doveva partire a gennaio ed è bloccata completamente con le relative misure per la erogazione del credito di imposta».

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