Quota 100 svuota i Comuni, in campo il ministro: «Così sblocco il turnover»

Quota 100 svuota i Comuni, in campo il ministro: «Così sblocco il turnover»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 19 Ottobre 2019, 08:00 - Ultimo agg. 11:37
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«Conosciamo bene l'emergenza ma ora abbiamo la strada per uscirne fuori: gli enti locali, di fatto, non hanno più il blocco del turn-over», dice la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone. E assicura che nel giro di un mese partirà il piano per sostituire le persone andate in quiescenza nella pubblica amministrazione. In tutta Italia, quasi 120mila tra pensioni ordinarie e grazie allo scivolo di «quota 100» che stanno portando decine e decine di enti locali in un'emergenza personale.
 
Tra comuni costretti a dirottare vigili urbani negli uffici anagrafe mentre altri si arrangiano con gli Lsu. Solo nel napoletano sono decine i municipi in difficoltà estrema. Chi con 5, chi con 15 dipendenti in meno che in un piccolo ente non è poco. Sino a palazzo san Giacomo dove a fine anno si arriverà a quasi 700 persone in meno. E con il blocco del turn-over rischia di bloccarsi tutto. C'è però il piano del nuovo esecutivo che conta con il decreto Crescita e con una norma approvata in Finanziaria di far ripartire le assunzioni già dal mese prossimo. Senza attendere i concorsi perché si potrà attingere alle vecchie graduatorie sin dal 2011 (ora il limite è appena 3 anni). Un modo per dare ossigeno alla pubblica amministrazione.

«Conosciamo benissimo le emergenze in termini di personale, soprattutto negli enti locali piccoli e piccolissimi, e infatti stiamo già agendo per ovviare al problema. Premesso che siamo tornati al 100% di turn over e con questo governo usciamo definitivamente dalla fase di stretta sul pubblico impiego e ripartiamo con una stagione di valorizzazione della Pa, sia sul fronte del reclutamento che del rinnovo dei contratti, posso dire che per contrastare l'emorragia legata a quota 100 interveniamo su più fronti», spiega la ministra grillina Dadone a Il Mattino che ieri ha descritto l'emergenza nei comuni del Napoletano.

«Da una parte stiamo per attuare il decreto Crescita, laddove consentiamo a Regioni e Comuni di assumere anche oltre il tetto del 100 per cento del turn-over, in ragione naturalmente della loro capacità finanziaria e in rapporto al numero di abitanti. Ma per far fronte all'emergenza, abbiamo anche messo a punto - continua la Dadone - una proroga delle vecchie graduatorie idonei, dal 2011 al 2015, fino al 30 settembre prossimo, in pratica allineando la scadenza agli elenchi del 2016. Si tratta naturalmente di una misura transitoria, in attesa di tornare alla piena fisiologia di concorsi banditi con regolarità e graduatorie di validità al massimo triennale. Ma è un provvedimento che nell'immediato darà sollievo agli enti che vogliono reclutare senza passare per le lungaggini di un nuovo concorso».

E infatti c'è una via d'uscita. Anche perché la ministra ha chiarito, l'altro giorno con i renziani che ne hanno chiesto l'abolizione, come «quota 100 non si tocca». «È una misura sperimentale che scade nel 2021 e come tale va portata a termine senza fare modifiche», ha già spiegato la Dadone chiarendo come a breve si avvierà un confronto con i sindacati sul sistema pensionistico.

In pratica l'Esecutivo conta di poter colmare, sin dal prossimo 11 novembre, grazie alle norme approvate, le ultime uscite. Sono i cosiddetti strumenti d'emergenza che permettono a Regioni ed enti locali di reclutare personale senza attendere i concorsi perché le graduatorie delle selezioni, in genere valide per tre anni soltanto, sono ora più lunghe: si possono scorrere sino al 2011. Da lì, quindi, gli enti locali possono attingere per colmare i vuoti determinatisi per pensionamenti normali o determinati da quota 100.

Non solo perché dal prossimo 11 novembre sarà possibile assumere poiché il turn-over viene inteso come sbloccato.

Anche superando la soglia del 100 per cento. In pratica, gli enti locali che hanno la disponibilità economica, possono non solo fare assunzioni colmando il numero di chi è andato via nel corso del 2019 ma anche per quello di chi è uscito dal mondo del lavoro nei 24 mesi precedenti. Una exit strategy studiata dal ministero retto dalla Dadone per far uscire gli enti locali dall'emergenza. Rimane però il dubbio se gli enti locali abbiano le risorse per assumere queste nuove persone. Ma, è l'analisi del ministero, se il vecchio personale non è più in carico perché in quiescenza allora l'ente locale ha sicuramente le risorse per assumere nuovi dipendenti. Non al 120 per cento come previsto dalle nuove norme ma comunque, dicono dal ministero, con una soglia vicina al 100 per cento.

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