Covid, c’è l’ok ai nuovi vaccini ma quasi 7 milioni di «no vax»

Covid, c’è l’ok ai nuovi vaccini ma quasi 7 milioni di «no vax»
di Ettore Mautone
Domenica 4 Settembre 2022, 08:10 - Ultimo agg. 15:40
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Via libera dell’Ema (ente di regolazione dei nuovi farmaci in Europa) al nuovo vaccino messo a punto contro le varianti Omicron di Sars-Cov-2. Entro pochi giorni il disco verde sarà replicato in Italia dall’Aifa. Il Comitato tecnico scientifico dell’agenzia si riunisce a Roma domani. L’immissione in commercio, anche nel nostro Paese, è attesa a giorni e da metà settembre il nuovo vaccino potrà essere utilizzato per la somministrazione del booster (terze e quarte dosi) rispettivamente a chi è fermo al primo ciclo di due dosi e deve fare la terza o a chi ha più di 60 anni oppure appartiene alle fasce di fragilità per patologia ed è destinatario della quarta. Per la prima e seconda dose si continueranno a utilizzare i vecchi vaccini. 

I due nuovi sieri sono un aggiornamento di quelli a mRna utilizzati finora prodotti da Pfizer-Biontech (Comirnaty) e da Moderna (Spikevax).

Sono definiti bivalenti in quanto utilizzano per metà dose la proteina spike dell’originario virus di Wuhan e per l’altro 50 per cento quella mutata nelle versioni Omicron 1 e 2. Pfizer è diretto contro Omicron BA.1 e Moderna verso Omicron BA.2 ma sono ritenuti entrambi efficaci anche contro le versioni più recenti di Omicron (giunto alla generazione BA 5). 

«L’obiettivo - spiega Franco Bonaguro, presidente per l’Italia del Global virus network - è innescare una risposta immunitaria anche contro le varianti di Sars-CoV-2 più diffuse e contagiose che hanno fatto risalire la curva dei contagi negli ultimi mesi. In realtà - precisa ancora Bonaguro - uno dei limiti dei vaccini non superato è la scarsa durevolezza dell’immunità. In base a un nostro studio, a partire da un mese successivamente alla dose somministrata il livello di protezione cala fino a scendere sotto un valore soglia dopo 6 o 7 mesi ma una memoria residua resta ancora a proteggere contro la malattia grave. Del resto un analogo calo dell’immunità lo osserviamo in chi contrae l’infezione e poi guarisce. Il vaccino e i suoi richiami servono dunque a fronteggiare le conseguenze del virus meno a frenare le infezioni. È probabile che andremo ancora avanti così di anno in anno come avviene per l’influenza». 

Il faro a cui guardare è dunque l’elevata efficacia dimostrata dai vaccini realizzati con la tecnica a mRna sia nella prevenzione del contagio (80-90% nei primi mesi dalla dose) sia nell’evitare la forma grave di infezione (-94% di ricoveri e -97% di decessi) in una situazione epidemiologica oggi stabilizzata a circa 23mila contagi al giorno di media e, nell’ultima settimana, un leggero aumento (+3,4% dei contagi) un calo dei decessi, (-6,3%), delle terapie intensive e dei ricoveri (-13%) con la Campania che con le 9 terapie intensive di giovedì ha segnato il numero più basso dal 28 luglio 2021.

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Intanto in Italia alla ripresa delle attività produttive, alla vigilia della riapertura delle scuole, dell’arrivo dei primi freddi e della maggiore frequentazione luoghi chiusi, del definitivo accantonamento dell’obbligo dell’uso della mascherina sui mezzi pubblici (dal 30 settembre) e dell’avvio della riduzione della durata della quarantena si contano ancora 6,8 milioni di persone con più di 5 anni che non hanno ricevuto mai alcuna dose di cui 5,5 milioni vaccinabili e il resto guariti dall’infezione da meno di 6 mesi con una quota di popolazione non vaccinata sopra la soglia critica del 10 per cento in Liguria, Friuli, Campania, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Marche, Valle D’Aosta e provincia di Bolzano. 

Quanto alle quarte dosi - da somministrare ad almeno 4 mesi di distanza dalla terza o dall’infezione - sono oltre 17,1 milioni gli italiani chiamati a porgere la spalla (5.480.919 della fascia 60-69 anni, 4.425.006 della fascia 70-79 anni, 3.691.879 di over 80, 3.454.153 pazienti fragili e 88.099 ospiti di RSA) di cui 1,87 milioni non eleggibili subito in quanto in fase di copertura da guarigione. 
Intanto, al 31 agosto si registrano nette differenze di copertura regionali: dal 6,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 33,1% del Piemonte e la Campania è nelle ultime posizioni con il 9,4 per cento (ad Avellino 5.160 vaccinati, a Benevento 2.100, Caserta 35mila, Napoli 7.800, Napoli nord 2.200, Napoli sud 7.110, Salerno: 13mila ossia poco più dell’1,7 per cento della platea vaccinabile considerando che gli over 70 in Campania sono circa 800mila a cui bisogna aggiungere i fragili per le patologie gravi e invalidanti.

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