Covid, sintomi della variante JN.1: reinfezioni in due mesi, picco carica virale al quarto giorno (ma crolla al settimo)

Lo studio ha valutato le cariche virali della sindrome respiratoria acuta grave di coronavirus 2 (SARS-CoV-2)

Variante JN.1, reinfezioni in due mesi: i sintomi e il picco della carica virale al quarto giorno (che crolla al settimo)
Variante JN.1, reinfezioni in due mesi: i sintomi e il picco della carica virale al quarto giorno (che crolla al settimo)
di Simone Pierini
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 12:05 - Ultimo agg. 15:03
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All’inizio della pandemia Covid, il picco delle cariche virali coincideva con l’insorgenza dei sintomi. Uno studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases ha ipotizzato che in una popolazione altamente immune, l’insorgenza dei sintomi potrebbe verificarsi prima nell’infezione, in coincidenza con una carica virale inferiore.

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Lo studio

Lo studio ha valutato le cariche virali della sindrome respiratoria acuta grave di coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e dell’influenza A rispetto alla durata dei sintomi negli adulti sintomatici (con più di 16 anni) che si sono presentati per i test in Georgia dall'aprile 2022 all'aprile 2023 con variante Omicron predominante. I partecipanti hanno fornito la durata dei sintomi e la cronologia recente dei test. I tamponi nasali sono stati analizzati mediante il test Xpert Xpress SARS-CoV-2/Influenza/RSV e sono stati registrati i valori di soglia del ciclo (Ct). Le concentrazioni di nucleoproteine ​​nei campioni positivi alla reazione a catena della polimerasi (PCR) SARS-CoV-2 sono state misurate mediante array di singole molecole. Per stimare l'ipotetica sensibilità del test diagnostico rapido dell'antigene (Ag RDT) ogni giorno dopo l'insorgenza dei sintomi, sono state calcolate le percentuali di individui con valore Ct ≤30 o ≤25.

I risultati

Dei 348 individui positivi ai tamponi Pcr per SARS-CoV-2 di nuova diagnosi (65,5% donne, mediana 39,2 anni), 317/348 (91,1%) avevano una storia di vaccinazione, infezione naturale o entrambe. Sia mediante le misurazioni del valore Ct che della concentrazione dell’antigene, le cariche virali mediane sono aumentate dal giorno dell’insorgenza dei sintomi e hanno raggiunto il picco il quarto-quinto giorno. La carica virale viene infine abbattuta dopo 7 giorni dalla comparsa dei sintomi in soggetti immunocompetenti.

Le stime di sensibilità Ag RDT erano 30,0%–60,0% il primo giorno, 59,2%–74,8% il terzo giorno e 80,0%–93,3% il quarto giorno dei sintomi. In 74 individui positivi alla PCR per l’influenza A (55,4% donne; mediana 35,0 anni), le cariche virali mediane dell’influenza hanno raggiunto il picco il secondo giorno della comparsa dei sintomi.

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La carica virale

In una popolazione adulta altamente immune, le cariche virali mediane di SARS-CoV-2 hanno raggiunto il picco intorno al quarto giorno di sintomi. Le cariche virali dell’influenza A hanno raggiunto il picco subito dopo la comparsa dei sintomi. Questi risultati hanno implicazioni per l’uso continuo di Ag RDT per COVID-19 e influenza.

La variante JN.1

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato la variante di Sars-CoV-2 JN.1 come ' variante di interesse' (Voi) separata dal lignaggio BA.2.86, alias Pirola. Ora uno studio italiano che sarà pubblicato su 'Pathogen and Global Health' ha analizzato JN.1. Ebbene, «i dati elaborati ci dicono che va seguita e monitorata, ma non preoccupa più delle altre che abbiamo visti in questi mesi.

Le reinfezioni

Quello che notiamo è che oggi con JN.1 aumentano le reinfenzioni. Faccio un esempio: chi ha è stato contagiato a fine estate o inizio autunno, magari con Pirola, può anche essere ricontagiato di nuovo». Così all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, che ha firmato il lavoro insieme a Fabio Scarpa dell'Università di Sassari. «L'Oms pensa che JN.1, 'figlia' di Pirola (BA.2.86), abbia una diffusione più veloce, ma invece è come le altre varianti», spiega Ciccozzi. «E non è più contagiosa, ma ha una mutazione (L445S) localizzata nella regione della mutazione di Pirola - precisa - a rischio di escape immunologico. Quindi va monitorata e seguita per bene, però non è più aggressiva delle precedenti varianti Omicron».

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