Settecentocinquanta milioni di euro ogni anno. È la cifra investita in sperimentazioni in Italia. Risorse fondamentali sia per il “sistema Paese” che per i pazienti. Ogni anno, infatti, sono circa 40mila i cittadini coinvolti in studi clinici, che possono beneficiare di trattamenti innovativi con grande anticipo rispetto alla loro disponibilità e quindi di maggiori possibilità di guarigione. Da oggi tutte le sperimentazioni devono essere sottomesse secondo i nuovi standard stabiliti dal Regolamento europeo 536 del 2014, che ha armonizzato il processo di valutazione e autorizzazione di uno studio clinico condotto in più Stati membri. E l’Italia, dopo lunghi ritardi, si è finalmente adeguata alla normativa comunitaria, grazie ai quattro decreti firmati dal ministro della Salute il 30 gennaio. Sono stati ridotti a 40 i comitati etici territoriali, garantendo l’indipendenza degli studi e l’assenza di conflitti di interesse. Al cambiamento epocale negli studi clinici, che vede il nostro Paese in linea con quanto previsto in Europa, è dedicata la conferenza stampa virtuale organizzata oggi da Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), con l’intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
«Ringraziamo il ministro Schillaci per aver accolto l’appello dei clinici – afferma Francesco Cognetti, presidente Foce - La comunità scientifica plaude alla piena implementazione nel nostro ordinamento del Regolamento Europeo, che consentirà alla ricerca italiana di restare ai vertici nel mondo.