Docimo, presidente della Società italiana di chirurgia: ecco le priorità

Docimo, presidente della Società italiana di chirurgia: ecco le priorità
Martedì 1 Novembre 2022, 15:00 - Ultimo agg. 17:17
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Ludovico Docimo, napoletano, 61 anni, direttore del dipartimento medico-chirurgico di alta specialità dell'azienda ospedaliera università della Campania «Luigi Vanvitelli», è il nuovo presidente designato della Società italiana di chirurgia. Eletto per il triennio 2025-2028 è arrivata, come da tradizione, con 3 anni di anticipo, nel 124esimo congresso che ha celebrato a Roma i primi 140 anni di attività. 

Origini calabresi, con cittadinanza onoraria del Comune di Rose, Docimo, da 20 anni professore ordinario di Chirurgia generale nella Vanvitelli, è attualmente presidente del Collegio dei professori ordinari di Chirurgia generale delle Università italiane. «Recuperare i ritardi causati dall'emergenza pandemica, migliorare sempre più le tecniche di chirurgia mininvasiva e sviluppare l'utilizzazione dell'intelligenza artificiale in chirurgia oncologica», afferma Docimo, disegnando alcune delle sfide che aspettano nei prossimi anni la chirurgia italiana. «Nonostante le attività chirurgiche - sottolinea Docimo - non siano mai state interrotte i ritardi anche diagnostici causati dalla pandemia hanno determinato preoccupanti conseguenze su numerose patologie, con l'inesorabile affollamento dei pronto soccorso e con le inevitabili ricadute sulla formazione dei nostri giovani.

In questa contingenza dobbiamo allora impegnarci con grande determinazione nei complessi processi di recupero già avviati, poiché nei momenti difficili le attività mediche e scientifiche devono continuare ad assicurare il proprio ruolo di riferimento propositivo e strategico per il nostro Paese».

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Un milione di interventi chirurgici rimandati nei due anni del picco dell'emergenza pandemica è un dato con cui confrontarsi così come più volte evidenziato anche dal ministero della Salute. «Ma c'è di più anche da un punto di vista prospettico - spiega Docimo - perché, in virtù di oltre 2 milioni e mezzo di screening all'anno in meno registrati nella pandemia rispetto al dato del 2019, si prevede che nei prossimi anni ci sarà un aumento dei pazienti oncologici di oltre il 20 per cento». A questa ulteriore emergenza si può rispondere con un sempre maggior ricorso all'utilizzazione dell'intelligenza artificiale in ambito diagnostico. «Prevenzione non significa soltanto evitare di ammalarsi - evidenzia Docimo - ma anche e soprattutto mirare alla tempestività nelle diagnosi ed in tal senso l'archiviazione scientifica dei grandi dati in campo medico può sicuramente contribuire in misura determinante a questo intento se convertita in preziosi algoritmi, consentendo una potenziale accelerazione del percorso diagnostico, fino a predire la comparsa e l'evoluzione di malattie oncologiche complesse e dando il giusto rilievo ad una notevole quantità di informazioni epidemiologiche, cliniche, strumentali e terapeutiche, già disponibili nelle nostre casistiche». Di qui l'impegno della Società italiana di chirurgia, «sempre più per diffondere il progresso tecnologico e chirurgico su tutto il territorio nazionale».

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