Policlinico Federico II, una rete interaziendale per lo stroke: «Presentato l'innovativo sistema di intelligenza artificiale»

Aula Magna Biotecnologie del Policlinico della Federico II
Aula Magna Biotecnologie del Policlinico della Federico II
di Emma Onorato
Mercoledì 30 Marzo 2022, 21:54
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«Il coronamento di un anno di lavoro di tutte le parti», con queste parole il professore Francesco Briganti, responsabile Uosd di neuroradiologia interventistica dell'Aou Federico II, descrive il valore del convegno organizzato presso l'Aula Magna di Biotecnologie del Policlinico. La struttura ospedaliera federiciana è entrata nella rete interaziendale per lo stroke insieme ad altre aziende territoriali grazie a delle convenzioni stipulate con Asl Napoli 2Nord, Asl Napoli 3 Sud e Asl Caserta. «Con queste aziende abbiamo definito dei protocolli operativi per consentire il trattamento dell'ictus nel rispetto dei tempi che sono essenziali - commenta il direttore generale dell'Aou Federico II, Anna Iervolino - perché si tratta di una patologia tempo dipendente che giova di un intervento diagnostico e terapeutico nel più breve tempo possibile. Il nostro contributo alla gestione delle reti tempo dipendenti è anche quello di alleggerire e deflazionare altri Pronto soccorso della città e delle provincie, offrendo un'equipe multidisciplinare per la specifica cura dello stroke».

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Un incontro che ha visto la partecipazione dell'intera rete interaziendale per lo stroke. Una rete che ha il merito di aver dato risposte concrete e tempestive sul territorio regionale. Sono 120 gli interventi effettuati nel corso del primo anno di attività dell'equipe della Neuroradiologia interventistica del Policlinico guidata dal professore Briganti che, sulla base delle convenzioni stipulate con le Asl, ha accolto e gestito i pazienti campani colpiti da ictus ischemico. «Il risultato fondamentale è che tutti i Pronto soccorso riescono a selezionare i pazienti, contattarci, e recarli presso la nostra struttura» dove vengono trattati con tempestività e appropriatezza. «Questo tipo di trattamento, cioè la trombectomia, può essere effettuato solo in alcuni centri che hanno la neuroradiologia interventistica», specifica il professore. Quindi sono «pazienti che sarebbero stati destinati a una prognosi infausta perché provenienti da Asl in cui non era presente questo servizio». Così si è rivelato di estrema importanza il contributo offerto dall'azienda ospedaliera federiciana che, come spiega Fabio Tortora, professore di neuroradiologia dell'Aou Federico II, «si è aperta al territorio per poter offrire il nostro servizio, la nostra attività, sul territorio campano.

L'obiettivo futuro consiste nel riuscire a reclutare un maggior numero di pazienti da trattare e sottoporre al trattamento dell'ictus entro le prime ore». Questo perché, come evidenziato più volte, in un paziente colpito da ictus ischemico il fattore tempo gioca un ruolo alquanto incisivo: «i neuroni muoiono dopo poche ore di ischemia quindi coordinare un intervento rapido è fondamentale». «Chiunque venga colpito da un deficit di un lato comprendente un deficit del braccio e della gamba - ricorda Briganti - deve recarsi immediatamente al Pronto soccorso così protrà essere inviato allo stroke team e beneficiare di un trattamento adeguato».

Durante il convegno sono stati analizzati i dai registrati durante il primo anno di attività, ma l'incontro - che ha visto la partecipazione del Rettore dell'Università Federico II Matteo Lorito, il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Maria Triassi, il Presidente Agenas Enrico Coscioni e i Direttori Generali delle Aziende sanitarie coinvolte nelle rete regionale stroke - è stata anche l'occasione per presentare l'innovativo sistema di intelligenza artificiale installato per la prima volta in Italia. «Quest'app che noi proponiamo - installata presso la neuroradiologia interventistica del Policlinico - è un'applicazione che permette di individuare in maniera automatica, utilizzando l'intelligenza artificiale, la sede dell'ostruzione. Inoltre ha la capacità di collegare tutte le equipe in tempo immediato», spiega il professore Briganti. Uno strumento  funzionale anche per la comunicazione tra colleghi che riusciranno a confrontarsi attraverso un «consulto per fare un programma terapeutico adeguato nel minor tempo possibile». 

«Un'app che permetterà a un maggior numero di pazienti di beneficiare del trattamento endovascolare», sottolinea il neuroradiologo interventista dell'Aou, Giuseppe Buono, che tiene a ricordare che «la patologia ictale è una delle principali cause di disabilità e in un'elevata percentuale dei casi si accompagna anche alla morte del paziente». Infine il neuroradiologo evidenzia che tra gli obiettivi rientra la volontà «di diffondere questa applicazione anche negli ospedali che afferiscono alla nostra rete stroke per far sì che non venga utilizzata solamente all'interno del Policlinico». 

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