Dad in Campania, Palazzo Chigi avvisa il governatore: «Pronti a impugnare l'ordinanza»

Dad in Campania, Palazzo Chigi avvisa il governatore: «Pronti a impugnare l'ordinanza»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 8 Gennaio 2022, 07:48 - Ultimo agg. 16:52
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Lo scontro, tra De Luca e il governo, non è stato mai così duro. Anche se sulla scuola era chiaro che si andasse in questa direzione. Lo sapeva, e lo sa, bene il governatore della Campania che ieri, con i suoi, a chi gli faceva notare la sicura reazione dell'esecutivo dice perentorio: «Non m'importa, noi facciamo quello che dobbiamo fare». È la sintesi di una giornata lunghissima che culmina proprio con la risposta del governo: deciso a impugnare la decisione campana di chiudere le scuole (dalle materne alle medie inferiori) sino al 31 gennaio. Con un passaggio ad hoc in Consiglio dei ministri.

La Campania è e rimane in zona bianca sul fronte dei contagi. E come tale non ci sarebbero stavolta i presupposti giuridici per un'ordinanza sulle scuole. Nel decreto legge approvato il 24 dicembre è stata, infatti, prorogata la norma che limita «esclusivamente» alla zona rossa la possibilità agli enti locali di «derogare alle disposizioni» dell'esecutivo in tema di focolai ed elevata diffusione del virus. Senza contare come pochi giorni fa il ministro all'Istruzione Bianchi, quando De Luca aveva proposto lo spostamento di un rientro in classe, aveva fatto notare, sotto forma di una telefonata cortese e riservata all'assessora regionale Lucia Fortini, che eventuali provvedimenti di palazzo Santa Lucia sarebbero stati impugnati.

Ma con il passare delle ore l'ex sindaco di Salerno ha pensato come con le percentuali di vaccinazioni ancora basse per gli alunni delle elementari e un decreto legge sulla scuola non ancora pubblicato ieri mattina è il caso di intervenire.

E ieri non ci ha pensato due volte a riunire l'Unità di crisi per mettere a punto l'ordinanza. Due o anche tre settimane, tanto, è stato il ragionamento fatto da De Luca, in caso di impugnazione del governo la sostanza non sarebbe cambiata. Così come si è ragionato di mettere in Dad anche le scuole superiori. Questo per far capire come scelte (della Regione) e le conseguenze (provvedimenti del governo) erano plastici lì sul tavolo di Santa Lucia. Tanto che ieri si è cercato, ma invano, di avere una sponda anche da altre regioni. Dalla Puglia al Veneto cercando di fare un fronte comune.



D'altronde da ieri mattina in Campania è il caos su questo fronte. Con decine e decine di comuni dove i sindaci, motu proprio, hanno varato provvedimenti per chiudere le scuole. Da Castellammare a Ottaviano, da Nola e Pomigliano nel napoletano ma anche nel salernitano e, in generale in tutta la Campania, ma a macchia d'olio. Compreso, unico capoluogo, Benevento. Tutti hanno spostato l'apertura delle scuole nelle ultime ore ma il primo Municipio che l'ha fatto, l'ultimo giorno dell'anno, ieri ha fatto improvvisamente marcia indietro. Si tratta di Ottaviano, alle pendici del Vesuvio, dove il sindaco è stato diffidato ufficialmente dal prefetto di Napoli a muoversi su materia di non diretta sua competenza. Ed il provvedimento è stato ritirato. Questo per capire come ieri in Campania, senza contare famiglie e alunni che non sanno ancora se dopodomani riapriranno le scuole, si sia scatenato caos e confusione sull'argomento. Mentre le Asl campane diramavano verso l'Unità di crisi anti-Covid di Santa Lucia dati allarmanti sulla situazione dei contagi relativi al mondo della scuola. Tra allievi e insegnanti, prim'ancora che si metta piede in classe.

Ma nessuno sinora sembra deciso a fare marcia indietro. Né da parte dalla Regione, che ieri a tarda sera anticipa i contenuti dell'ordinanza sulle scuole; né da parte del governo che fa filtrare solo la scelta di impugnare l'atto campano in Consiglio dei Ministri. Due trincee in cui nessuno sembra voler far un passo indietro mentre gli altri governatori, pur d'accordo con De Luca, preferiscono non esprimersi pubblicamente sull'argomento lasciando l'ex sindaco di Salerno con il cerino in mano. «Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza. Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza», dice il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi. Poi il collega alla Salute Roberto Speranza ha il compito di chiarire ulteriormente la linea dell'esecutivo dopo la sortita di De Luca: «Il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola, come presidio fondamentale per la nostra comunità. E quindi l'indirizzo è e resta: scuola in presenza e in sicurezza. Non vogliamo che siano i più piccoli, i nostri figli, a pagare il prezzo di questa nuova fase epidemica».
 

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