Galimberti al Policlinico Federico II: «Bisogna educare, non istruire»

Galimberti e il prof. Califano
Galimberti e il prof. Califano
di Elvira Iadanza
Giovedì 28 Novembre 2019, 19:40 - Ultimo agg. 20:50
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“Bisogna educare non istruire” è questo il concetto da cui parte la lectio del filosofo Umberto Galimberti che si è tenuta oggi nell’Aula Magna del Policlinico Universitario Federico II. Un incontro voluto da Anna Iervolino, Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera Universitaria Federico II, e Luigi Califano, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia.

Il ritorno dell’accademico nelle aule federiciane, ha portato con sé anche un onorificenza speciale: a Galiberti, infatti, è stata consegnata una medaglia d’oro con inciso il volto di Federico II, simbolo dell'ateneo.
Il tema centrale dell’incontro dal titolo “Istruire o educare” riguarda la differenza fra i due termini che sono sinonimi di concetti diversi, come ha sottolineato il filosofo: “Istruire significa trasmettere contenuti culturali per via intellettuale da una mente all’altra: dall’insegnante al discepolo. Educare significa curare la dimensione emotivo-sentimentale dei ragazzi aiutandoli a passare dalla pulsione all’emozione. La mente non si apre, se prima non si è aperto il cuore”.
 


Su questo concetto il professore ha riflettuto con la grande platea di studenti accorsi alla lezione. “E’ importante – ha sottolineato Galimberti- che oltre alle competenze mediche, si acquisiscano anche quelle umane. Infatti, più che test di selezione fatti con domande discutibili, bisognerebbe puntare su una selezione umana, valutando i criteri di adeguatezza empatica”. Per Anna Iervolino, era proprio questo l’insegnamento da dare ai futuri medici: “Bisogna far capire ai giovani che è fondamentale puntare sul rapporto medico- paziente e viceversa”.

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