Premio Filangieri per i giovani giuristi: il successo della seconda edizione

La cerimonia al termine di un incontro di studi presso l’Università Federico II

Da sinistra: Emanuela De Falco, Clelia Greco, Elena Ferrucci, Matteo Milanesi, Marco Pauletti, Amedeo Arena, Benedetto Migliaccio, Riccardo Imperiali di Francavilla
Da sinistra: Emanuela De Falco, Clelia Greco, Elena Ferrucci, Matteo Milanesi, Marco Pauletti, Amedeo Arena, Benedetto Migliaccio, Riccardo Imperiali di Francavilla
di Giovanni Chianelli
Venerdì 21 Aprile 2023, 20:42 - Ultimo agg. 23 Aprile, 13:23
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Seconda edizione per il Premio Filangieri, un riconoscimento rivolto ai giovani che hanno discusso nell’ultimo anno accademico tesi di laurea in giurisprudenza che proiettano nella contemporaneità il pensiero del filosofo campano. La premiazione è avvenuta lunedì scorso, nell’aula De Sanctis dell’Università Federico II, al termine dell’incontro “I diritti inviolabili dell’umanità: da Filangieri all’Europa di oggi”, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo federiciano in collaborazione con l’Accademia Filangieri Della Porta e il patrocinio del Museo Civico Filangieri.

La Commissione del Premio, composta dal professor Amedeo Arena, l’avvocato Riccardo Imperiali di Francavilla, ed il giudice Raffaele Sabato, ha assegnato tre borse di studio di 500 euro e due menzioni speciali a cinque neolaureati, tre donne e due uomini provenienti da varie regioni italiane, che sono saliti in cattedra per presentare i punti di contatto tra i propri elaborati ed il pensiero di Filangieri. 

Clelia Greco ha 26 anni, è di Ascea, in provincia di Salerno, ed ha discusso una tesi in diritto penale: «Eguaglianza, presunzione di innocenza, rispetto dei diritti umani hanno ispirato il pensiero di Gaetano Filangieri e spero possano ispirare qualsiasi cosa io riesca a realizzare nella mia vita» dice. 

Emanuela De Falco, 25 anni, viene da Pomigliano D’Arco, vicino Napoli; la sua tesi in diritto dell’Unione europea si è concentrata sul tema dello Stato di diritto. Ha dichiarato: «Il Premio Filangieri rappresenta una grande opportunità per i giovani per conoscere il pensiero del Filosofo ed apprezzarne la modernità. È affascinante cogliere quante intuizioni e quanti punti di contatto con la giurisprudenza di oggi ci siano nei suoi scritti».   

Elena Ferrucci, 27 anni, è di Roma; la sua tesi è stata in diritto processuale penale, una ricerca che ha riguardato il tema degli algoritmi predittivi e la discrezionalità del giudice penale. «Il premio rappresenta – oltre ad un riconoscimento per un lavoro di ricerca di cui sono orgogliosa – anche un modo per “chiudere il cerchio” rispetto a un tema che è stato di mio interesse sin dal primo anno di università; il legame più attuale con il pensiero di Filangieri è il dibattito sull’ingresso di algoritmi sulla scena processuale e l’esigenza di tutela dei diritti individuali di fronte ai meccanismi della giustizia penale» dice. 

È di Piacenza Matteo Milanesi, 25 anni.

Il suo elaborato finale è in diritto costituzionale e si è soffermato sul tema della certezza del diritto: «Ho analizzato il pensiero di Filangieri in relazione alle fonti del diritto ed alla riforma della legislazione: l’intellettuale identificava nella codificazione e nella buona tecnica normativa un’istanza di garanzia di tutela del cittadino» ha commentato.

Marco Pauletti, 25 anni, è romano ed ha discusso una tesi di laurea in diritto penale. Il suo lavoro, dichiara, «è un parallelo tra Enrico Ferri, che curò il progetto di codice penale del 1921, e Filangieri. Sono diversi i punti in cui le due figure, distanti nel tempo, si possono accostare, soprattutto nella loro vocazione cosmopolita».

Da sinistra: Alessandro Rosanò, Michela Troisi, Amedeo Arena, Vincenzo Ferrone, Valeria Marzocco

L’incontro di studi che ha preceduto il conferimento del Premio Filangieri è stato coordinato da Amedeo Arena, ordinario di diritto dell’Unione europea presso l’Università Federico II ed ideatore del Premio Filangieri, e si è aperto con i saluti di Carolina Perlingieri, Vicedirettore del Dipartimento di giurisprudenza dell’Univeristà Federico II, di Maura Striano, Assessora all’istruzione ed alle famiglie del Comune di Napoli, Benedetto Migliaccio, Presidente dell’Accademia Filangieri Della Porta, e Riccardo Imperiali di Francavilla, rappresentante degli Eredi Filangieri presso l’omonimo Museo Civico. 

Nel corso di tale incontro, il tema dei diritti inviolabili dell’umanità è stato affrontato attraverso un percorso interdisciplinare, che è iniziato da Filangieri e la costituzionalizzazione dei diritti dell’uomo, oggetto della relazione di Vincenzo Ferrone, Ordinario di storia moderna presso l’Università di Torino, per proseguire con il rapporto tra il costituzionalismo e la Scienza della legislazione, argomento su cui si è soffermata Valeria Marzocco, ordinaria di filosofia del diritto presso l’Università Federico II. Sono seguite tre relazioni sulla tutela dei diritti fondamentali nel ‘900: la prima, a cura di Michela Troisi, ricercatrice di diritto costituzionale presso l’Università Federico II, ha avuto come oggetto i diritti umani nella visione dei costituenti italiani; la seconda, affidata a Raffaele Sabato, giudice presso la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, si è soffermata sulle origini della Convenzione europea dei diritti dell’uomo; la terza, tenuta da Alessandro Rosanò, ricercatore di diritto dell’Unione europea presso l’Università della Valle d’Aosta, si è concentrata sulla tutela dei diritti umani nell’ambito delle Comunità europee e dell’Unione europea. In conclusione Riccardo Imperiali di Francavilla, partner presso lo Studio Legale Imperiali, ha tenuto una panoramica sulla tutela dei dati personali come diritto umano alla luce delle fide poste dall’intelligenza artificiale.

«L’Illuminismo non era un fenomeno soltanto napoletano, era un fenomeno europeo. Ma i napoletani sono stati i più bravi, perché l’idea di creare un ordinamento giudico fondato sui diritti umani è un’idea geniale» ha detto il professor Vincenzo Ferrone nel corso dell’incontro di studi. «Sono molto sorpreso dal fatto che un autore straordinario come Filangieri, che sta riscuotendo un incredibile successo all’estero, qui non riceva l’attenzione che merita. Sono però convinto che saranno i giovani a studiare Filangieri. Quando il professor Arena mi ha chiesto di venire a parlare alla cerimonia di un premio per i giovani ho risposto: vengo volentieri. Il Premio Filangieri può servire affinché i giovani tornino a leggere i testi dell’Illuminismo napoletano. Dico ai giovani: leggete sempre i testi originali, prima delle interpretazioni altrui. Avrete delle emozioni incredibili e per fare storia si parte dalle emozioni».

«Conferire un premio» ha commentato il professor Amedeo Arena al termine dell’incontro «emoziona ancor più che riceverlo. Soprattutto quando si ha l’opportunità di ascoltare, dopo le relazioni di insigni colleghi, cinque brillanti neolaureati, che hanno individuato negli scritti di Filangieri delle risposte a problematiche giuridiche attualissime, molte delle quali ancora irrisolte. Nelle parole di questi giovani, Filangieri vive. Ed egli aveva senz’altro ragione quando, poco più che ventenne, affermava che "debbono parlare i Giovani, allorché tacciono i Vecchi"».

«Il pensiero politico di Filangieri è ancora oggi una guida sicura per tutti coloro che immaginano e progettano un futuro migliore per la nostra città» ha dichiarato l’Assessora Maura Striano.

«Gaetano Filangieri si conferma un pilastro della cultura giuridica e filosofica del continente europeo, e non solo. Siamo felici che l’istituzione del nostro Premio sia un modo ulteriore per rileggere e rilanciare, in chiave contemporanea, la visione che Egli ebbe» ha commentato l’avvocato Riccardo Imperiali di Francavilla.

«La lotta di Filangieri contro il giuspositivismo della sua epoca e l'affermazione dei diritti inviolabili hanno avuto, nel corso della bella celebrazione organizzata dall'Accademia, nuova vitalità grazie alle relazioni dei giovani premiati. I premi e le menzioni conferite hanno anche dimostrato come sia possibile ancor oggi trovare l'eco del pensiero di Filangieri nella trattazione di temi inerenti diversi settori del diritto» ha affermato il giudice Raffaele Sabato.

«Le relazioni dei giovani premiati hanno riportato il pensiero di Filangieri a risuonare nelle aule dell’Università Federico II. La mission dell'Accademia Filangieri può perciò dirsi compiuta. Interrogarsi sull'attualità dell'intera opera del Filosofo, nonché sul progresso civile che ancora oggi, dopo quasi tre secoli, può nascere dalle sue riflessioni, rappresenta un dovere per la cultura napoletana, così come diviene sempre più necessario creare opportunità ed investire risorse per i giovani che intendano raccogliere l’eredità e l'impegno civile dell’Illuminismo napoletano. Il Premio Filangieri ha offerto l'occasione di ascoltare i moniti e gli stimoli del prof. Ferrone, ma anche di raccogliere più di una speranza per il rinnovamento delle idee cosmopolite ed egualitarie del ‘700» ha dichiarato l’avvocato Benedetto Migliaccio.

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