Città del Vaticano – Il match tra il Papa e la Chiesa del Cile per lo scandalo della pedofilia è al terzo round. Dopo avere ricevuto a Santa Marta le tre vittime del prete cileno che, con la loro perseveranza, hanno scoperchiato la piaga degli abusi, e dopo avere convocato a Roma l'episcopato per capire chi avesse insabbiato e coperto i pedofili, dal primo giugno al 3 Papa Francesco riceverà un secondo gruppo di vittime «del reverendo
Fernando Karadima e altri seguaci della parrocchia del Sagrado
Corazón de Providencia». Padre Karadima ormai ottuagenario e riconosciuto colpevole di reiterate violenze non è mai stato ridotto allo stato laicale dalla Chiesa grazie ad una serie di appoggi influenti.
Il Papa che due settimane fa, aveva accolto a Santa Marta, Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Andrés Murillo, ora vuole parlare personalmente con i cinque preti che sono «stati vittime di abusi di potere, di
coscienza e sessuali. Insieme a loro ci saranno anche due
sacerdoti che hanno assistito le vittime nel loro percorso
giuridico e spirituale, e due laici coinvolti in questa
sofferenza. Tutti saranno ospiti a Casa Santa
Marta».
La maggioranza di queste persone ha collaborato attivamente con gli inviati del
Papa, Charles Scicluna e Jordi Bertomeu, spediti in Cile due mesi fa, per raccogliere prove e testimonianze e capire chi finora ha mentito.
Nella
mattina di sabato 2 giugno il Papa celebrerà una messa privata a
Santa Marta e poi inizieranno i colloqui individuali e personali.
Al Papa resta da sbrogliare la gigantesca matassa delle dimissioni in blocco che i vescovi cileni hanno presentato prima di ripartire per Santiago del Cile. Un caso più unico che raro, mai accaduto prima, che ha spiazzato lo stesso pontefice. Ora spetterà a lui decidere chi confermare alla guida della diocesi e chi, invece, punire perchè giudicato colpevole di coperture ai pedofili. Il Codice di diritto canonico prevede un periodo di tre mesi. Se entro questo tempo non vi sarà alcuna comunicazione, si ritiene che la rinuncia abbia un effetto nullo, perchè non accettata. L'eventuale silenzio del Papa dunque non conseguirà alcun effetto giuridico.
Papa Francesco deve sbrogliare la matassa cilena, altre vittime a Santa Marta

di Franca Giansoldati
Mercoledì 23 Maggio 2018, 11:23
- Ultimo agg.
24 Maggio, 13:15
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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