Papa Francesco in Mongolia: «Le religioni portano al dialogo, non è utopico sperare nella pace»

Il Pontefice arriva in carrozzina, saluta con affetto tutti ed è ricambiato con altrettanto calore

Papa Francesco in Mongolia: «Le religioni portano al dialogo, non è utopico sperare nella pace»
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Domenica 3 Settembre 2023, 07:32 - Ultimo agg. 08:29
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Ulan Bator - «Fratelli e sorelle, il nostro trovarci qui oggi è segno che sperare è possibile. In un mondo lacerato da lotte e discordie, ciò potrebbe sembrare utopico; eppure, le imprese più grandi iniziano nel nascondimento, con dimensioni quasi impercettibili. Il grande albero nasce dal piccolo seme, nascosto nella terra». E' in un teatro costruito ai limiti della steppa, dalle sembianze di una 'ger', la tenda dei nomadi, che si abbracciano idealmente buddisti, protestanti, scintoisti, cattolici, ebrei, musulmani e persino l'unico parroco ortodosso russo presente a Ulan Bator, un giovane sacerdote di nome Antonj Gusev che prende il posto sul palco accanto ai rappresentanti delle diverse religioni presenti in Mongolia. Papa Francesco, seduto al centro, cita prima la filosofia orientale che parla della virtù come la fragranza dei fiori che si diffonde nella direzione del vento andando ovunque, e poi anche Kierkegaard per incoraggiare gli sforzi a dialogare e costruire un mondo migliore. «NOn sono vani questi sforzi, coltiviamo la speranza». 

RUSSIA

Un missionario italiano presente in Mongolia da 19 anni, padre Ernesto Visca seguto tra il pubblico, interpreta questo momento come un segnale importante per tutta l'area asiatica. «La Russia è qui vicino e ha rapporti storici e consolidati con la Mongolia.

Esattamente come la Cina che ha con il paese legami economici strettissimi. La questione ucraina è qualcosa di lontano da queste parti».

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Papa Francesco arriva in carrozzina, saluta con affetto tutti ed è ricambiato con altrettanto calore. «Cari fratelli e sorelle, la nostra responsabilità è grande, specialmente in quest’ora della storia, perché il nostro comportamento è chiamato a confermare nei fatti gli insegnamenti che professiamo; non può contraddirli, diventando motivo di scandalo. Nessuna confusione dunque tra credo e violenza, tra sacralità e imposizione, tra percorso religioso e settarismo. La memoria delle sofferenze patite nel passato – penso soprattutto alle comunità buddiste – dia la forza di trasformare le ferite oscure in fonti di luce, l’insipienza della violenza in saggezza di vita, il male che rovina in bene che costruisce».

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BUDDISMO

A dargli il benvenuto è Dambajav Choijiljav, capo del maaggiore Monastero buddista. In un lungo discorso anche lui si trova d'accodo sul ruolo che giocano le fedi nella costruzione di una società armonica ed equilibrata. «La religione continua a esercitare un’importante influenza nella vita d’oggi. Affinché questa si sviluppi in modo costruttivo, è essenziale che tutti noi ci apriamo ancora di più verso le persone di altre mentalità, comprese quelle che si oppongono alla religione stessa. Dobbiamo imparare ad ascoltare e a riflettere sui punti di vista che sembrano contrari ai nostri, perché solo così possiamo comprendere i principi fondamentali che sono alle radici di tutte le religioni e della stessa mente umana. Attualmente, ha aggiunto il monaco buddista il rapido aumento della depressione "in tutto il mondo dimostra che il progresso tecnologico senza la crescita spirituale è davvero una «casa fragile. È quindi urgente che le religioni si uniscano per riscoprire gli approcci alla vita che coltivano la pace interiore e l'armonia esteriore».

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