Roma, studente Usa gettato nel Tevere: la vita al limite del clochard soldato e quell'altra morte senza colpevoli

Roma, studente Usa gettato nel Tevere: la vita al limite del clochard soldato e quell'altra morte senza colpevoli
di Adelaide Pierucci e Raffaella Troili
Mercoledì 6 Luglio 2016, 08:55 - Ultimo agg. 17:53
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Uno scorcio meraviglioso, un punto maledetto, quell'angolo di fiume. Un anno fa, il 7 luglio scomparve Federico Carnicci, 27 anni, artista di strada, annegato chissà come, sempre sotto Ponte Garibaldi, il fiume ne restituì il corpo dopo 10 giorni. A denunciarne la scomparsa sempre al commissariato Trevi la stessa combriccola di disperati, lo spagnolo, il polacco, Alessia e Massimo Galioto, gli amici con cui aveva trascorso la notte. Lo stesso Galioto che un anno dopo è stato fermato con l'accusa di aver preso a calci, strattonato e spinto in acqua Beau Solomon. Un precedente inquietante, che rende bene lidea del peso inconsistente che assume una vita, in certi punti di Roma, non ai margini ma nel cuore della città. Non è un caso per l'avvocato Carmine De Pietro, che a pochi mesi dall'archiviazione del caso Carnicci, sottolinea come la presenza di Galeoto sulla scena della scomparsa - dove tra l'altro stazionava abitualmente - non è stata definitivamente chiarita. «Luoghi, modalità e, a questo punto, soggetti presentano troppe affinità per non pensare ad un filo conduttore che unisca le due vicende». Una vita per strada, ad abusare di droghe, a vivere di elemosina.

IL SOLDATO
Andava dicendo sulla banchina di aver fatto il militare in Somalia (l'esercito non conferma), ha alle spalle precedenti per porto d'armi improprie e furti. «Svalvolato» lo descrive chi l'ha conosciuto per strada, lo sguardo perso, ma pronto a litigare. Anche con Federico - raccontano sulla banchina - litigarono qualche giorno prima quelli della tenda celeste, Massimo e un altro. Volarono pugni.
 

 

LA STRADA E L'EROINA
E' vissuto di strada ed eroina, con l'eroina ha tessuto amicizie e covato attriti, «perché ti fanno sentire tutti una famiglia quelli lì». Paciosi e obnubilati come il Tevere d'estate, che però proprio in quel punto corre più veloce e pericoloso. Due ubriachi caduti nel Tevere, a un anno di distanza. Dopo una lite, perché chi passa di lì come minimo si prende uno spintone se non è già stato rapinato. Per fortuna stavolta c'erano testimoni.

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