Sorelle morte a Roma, il dramma di Antonella e Lorena. L'ultimo sms: «Arriviamo»

Anto e Lorena, il dramma delle sorelle inseparabili morte a Roma. L'ultimo sms alla mamma: «Arriviamo»
Anto e Lorena, il dramma delle sorelle inseparabili morte a Roma. L'ultimo sms alla mamma: «Arriviamo»
di Alessia Marani
Lunedì 20 Dicembre 2021, 09:04 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 15:44
4 Minuti di Lettura

ROMA Sorelle inseparabili, anche un po' «secchione» come le ricordano papà Luis e mamma Maria, «studiavano sempre, la domenica, anche di notte», perché avevano un sogno: «Applicare lo spirito di impresa all'innovazione ambientale per migliorare il pianeta che ci ospita, per questo si stavano preparando per iniziare l'Erasmus a Nizza o a Dublino». Sono annientati dal dolore il padre e la madre di Antonella Flores Chevez, 23 anni e di Lorena, 19. Luis è di origine boliviana, giornalista, direttore di una trasmissione latino americana sui canali digitali, la moglie ecuadoregna, ma le loro piccole donne sono nate e cresciute in Italia. Generazione Greta ma con l'intraprendenza per gli affari.

Antonella e Lorena Flores Chevez, chi erano le sorelle morte nell'incidente a Roma. Il padre: «Addio figlie divine»

Incidente a Roma, morte Lorena e Antonella: le due sorelle avevano 19 e 23 anni. In auto contro un albero

Il dolore dei genitori

Aprono le porte della loro casa a Centocelle, dove invano per tutta la mattina hanno aspettato il rientro delle ragazze uscite la sera prima per andare a una festa di laurea. «Antonella mi ha mandato un messaggino alle 4.44: stiamo entrando in macchina, torniamo».

Poi il silenzio. Maria è una mamma apprensiva, come un po' tutte le mamme. «Non dormo finché non rientrano, avevo fatto su e giù per le stanze, mi sono messa a pulire casa e a fare la lavatrice. Dopo quel messaggino ho tentato inutilmente di chiamare Antonella: telefono irraggiungibile. Quello di Lorena squillava a vuoto, le ho scritto perché Anto non risponde?. Ma niente, sono uscita in terrazzo in pigiama al freddo ad aspettarle». Invece, arrivano gli agenti della Polizia locale di Roma capitale a bussare alla porta per dare ai Flores Chevez la notizia che nessun genitore vorrebbe sentirsi mai dire: Antonella e Lorena sono morte all'alba, sul colpo, in un incidente stradale dopo il curvone di via Cilicia, una strada urbana ma che di fatto è una sorta di prosecuzione della tangenziale tra il quartiere Ostiense e San Giovanni.

 

La loro auto, la Peugeot 307 cross del papà, carambola prima su uno spartitraffico che fa da trampolino di lancio al veicolo volato in alto per oltre due metri e finito per schiantarsi contro un albero. Un impatto micidiale che ha svegliato di soprassalto i condomini di una palazzina: «Ci risiamo - ha pensato Giuseppe - è l'ennesimo incidente del week-end, questa strada è maledetta, ci hanno perso la vita troppe persone». Gianluca spiega che «quello spartitraffico creato per una fermata del bus che non hanno mai fatto non si vede ed è pericoloso».

I dubbi


Non se ne fa una ragione Luis che con grande compostezza spiega: «Le mie figlie non bevono, non fumano. Antonella aveva preso la patente due anni fa, era prudente e la macchina andava bene. Conoscendo mia figlia non riesco a credere che abbia fatto tutto da sola». Eppure Antonella nella notte aveva creato una storia su Instagram: lei e la sorella sono al Monkey bar di San Paolo a festeggiare con gli amici, lei beve un cocktail. Risate. La Municipale sembra escludere un coinvolgimento di altri veicoli o pedoni, sta acquisendo le immagini di alcune telecamere. Sott'accusa ci sono soprattutto la velocità, una distrazione (una perizia verrà fatta anche sul telefonino della conducente) o il ghiaccio che forse si era formato sull'asfalto. L'autopsia chiarirà se la 23enne avesse effettivamente bevuto al punto di perdere il controllo dell'auto. Antonella si era laureata a luglio in economia gestionale e stava facendo la magistrale in strategie ambientali; adorava la danza boliviana ed era la reginetta della comunità a Roma. Lorena la seguiva in tutto e aveva anche lei iniziato a studiare alla Sapienza economia con indirizzo aziendale. In casa mostrano orgogliosi le loro foto, con ora i lumini accesi. «Io parlo perché ancora credo che tutto questo sia un sogno, che adesso mi risveglierò e le abbraccerò come sempre», dice il papà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA