L'impennata dei costi per i consumi e l'aumento delle materie prime mettono all'angolo i titolari di bar e ristoranti. Costretti a far fronte a una nuova emergenza - dopo i mesi difficili della pandemia - ora mettono mano ai prezzi del menù. «Non ci sono alternative in questo momento. Stiamo cercando di adottare una linea comune per i rincari perché sarà complicato anche per i romani» spiega Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti. Intanto però le modifiche sono già in corso e da settembre i costi aumenteranno in tutto il settore della ristorazione. Come il caffè al bar che aumenterà da 10 a 20 centesimi. Ancora: aumenti anche per i primi che costeranno fino a 2,50 euro in più. Così come la pizza che aumenterà di 1,50.
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AL RISTORANTE
«I prezzi saranno comunque calmierati, ma con il caro bollette non ci sono alternative.
Un' altra stangata per i consumatori che hanno affrontato già il primo turno di rincari. Lo scorso marzo, come registrato dall'Istat, gli aumenti complessivi sono stati del 6,7 per cento per cibi e bevande. In vetta alla graduatoria: oli di semi seguiti dalla verdura fresca, con i prezzi in salita del 17,8%, di poco davanti al burro (+17,4%). Con i primi rincari - a doppia cifra - anche per la pasta che ha segnato il +13%, così come per i frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%). Aumenti causati dal costo dell'inflazione e dallo scoppio della guerra in Ucraina.
IL POST COVID
Una strada senza uscita, dunque, per i titolari che devono far quadrare i conti e mantenere le attività a galla.
«Non dimentichiamo - conclude il presidente Fiepet Pica - che stavamo appena uscendo dalla crisi causata dalla pandemia. Tra il 2019 e il 2021, abbiamo subito perdite pesantissime. Il settore è in ripresa costante - sottolinea - ma per oltre un anno abbiamo avuto restrizioni e aperture a singhiozzo che hanno pesato sui conti. Non ci aspettavamo di trovarci, ancora una volta, in difficoltà. I prossimi mesi, saranno difficili e stiamo programmando un nuovo sistema per scavallare la nuova ondata di rincari».
L'obiettivo adesso è quello di contenere i prezzi sui menù e, allo stesso tempo, di far fronte ai nuovi costi di gestione mantenendo le attività. Una sfida per gli imprenditori della ristorazione che rischiano di tornare indietro dopo gli ultimi due trimestri chiusi in positivo.