Truffa delle multe sparite: «I funzionari del Comune restituiscano 17 milioni»

Truffa delle multe sparite: «I funzionari del Comune restituiscano 17 milioni»
di Michela Allegri
Venerdì 10 Gennaio 2020, 10:27
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Per anni, è bastato avere le conoscenze giuste al dipartimento Risorse economiche del Campidoglio per farsi cancellare e archiviare migliaia di multe. Funzionari e dirigenti avevano messo in piedi un sistema parallelo che ha permesso a centinaia di amici, conoscenti e personaggi noti di scorrazzare per le strade del centro storico incuranti di limiti di velocità e varchi Ztl: le sanzioni venivano letteralmente fatte sparire nel nulla. Ma ora, la Corte dei conti batte cassa e i pubblici ufficiali infedeli rischiano di dover risarcire il Comune di tasca propria. Il danno erariale per il Campidoglio calcolato dal pm Massimo Perin e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza è da capogiro: 17 milioni e 58mila euro. Cifra che è stata chiesta a cinque tra funzionari e dipendenti pubblici, già finiti sotto inchiesta per truffa e falso. I magistrati contabili chiudono l'inchiesta Multopoli citando in giudizio Pasquale Libero Pelusi, ex direttore del dipartimento Risorse economiche, le sue due segretarie, Laura Cirelli e Maria Rita Rongoni, la funzionaria Patrizia Del Vecchio e alla dipendente Antonella Bocci. L'inchiesta ha cifre da record: dal 2008 al 2015 le contravvenzioni cancellate sono state 132.679.

I CLIENTI
Non c'erano solo parenti e amici tra i beneficiari del trattamento di favore, ma anche appartenenti alle forze dell'ordine, dipendenti capitolini e molti vip - che non devo rispondere del danno erariale, non essendo pubblici ufficiali, ma sono indagati per truffa -. Tra tutti, spicca il nome del patron della Lazio, Claudio Lotito, che avrebbe ottenuto la cancellazione di multe per circa 26mila euro. Nel suo caso, il trucchetto utilizzato per annullare le sanzioni sarebbe stato semplice ma efficace: le auto intestate a tre sue società sarebbero state fatte passare per vetture utilizzate per il servizio di scorta del presidente biancoceleste. Ma lo stesso favore sarebbe stato fatto anche a decine di imprenditori, nobili e, addirittura, pregiudicati, come Riccardo Brugia, braccio destro di Massimo Carminati. Categorie - sottolinea il pm nell'atto di citazione - «ritenute in qualche modo utili per motivi privati, contrariamente a quanto avveniva con la restante utenza, in palese antitesi con i principi di imparzialità, efficienza e correttezza dell'azione amministrativa».

GLI ESCAMOTAGE
Dalle indagini sono emersi diversi escamotage utilizzati cancellare i verbali: firme false, macchine di privati fatte passare come vetture utilizzate per servizi di polizia, sanzioni annullate perché inserite nella lista riservata a politici e appartenenti alle istituzioni, che hanno l'autorizzazione per transitare nelle Ztl, cancellazione delle cartelle esattoriali in modo da impedire a Equitalia di riscuotere le somme. Nell'atto contabile si legge che dalle verifiche della Finanza è emerso «un sistema clientelare, che privilegiava soltanto determinati soggetti che accedevano a un canale parallelo a quello ufficiale». E i clienti erano tantissimi: nell'inchiesta penale si contano quasi 200 indagati, anche se molte posizioni verranno archiviate perché ormai prescritte. 
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