Riaperture discoteche: a Roma tamponi e numero chiuso come a Barcellona

Riaperture discoteche: tamponi e numero chuso come a Barcellona
Riaperture discoteche: tamponi e numero chuso come a Barcellona
di Flaminia Savelli
Mercoledì 2 Giugno 2021, 00:09 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 12:46
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Nella mappa della riaperture ci sono anche le discoteche della Capitale. I 100 locali in chiusura forzata, causa pandemia, da otto mesi. Ma ora che il piano delle vaccinazioni viaggia spedito e che i numeri dei contagi segnano la prima vera frenata, sul tavolo di lavoro della Pisana c’è anche il piano di riapertura di night club e sale da ballo. Gli imprenditori della notte sono in attesa delle direttive. Ma intanto proprio dalla Regione Lazio arriva il primo segno concreto con l’idea di attuare il “modello Barcellona”. È stata infatti la città spagnola a sperimentare un modello per le riaperture delle disco.

Con un “concerto test” lo scorso 27 marzo, 5mila persone si sono riunite per assistere al concerto dei Love of Lesbian al Palau Sant Jordi di Barcellona (la maxi arena che ha una capienza di 17mila spettatori) dopo essersi sottoposti a un test antigienico. Per ore hanno ballato sotto il palco indossando mascherine ffp2 e senza distanziamento. Al termine dell’evento, si sono sottoposti a un secondo tampone. Dopo un mese, lo studio condotto sugli spettatori ha registrato sei contagi: solo due riconducibili forse all’appuntamento. Un successo che ha fatto da apripista e che sarà replicato in due discoteche. Infatti si procederà in modo analogo per l’esperimento romano: spettatori sottoposti al il test prima dell’evento e subito dopo, per tracciare eventuali contagi che verranno monitorati dall’ospedale Lazzaro Spallanzani. «Stiamo pensando a come procedere, ma il prossimo passo è in quella direzione» ha detto ieri Alessio D’Amato, assessore alla Sanità, durante l’inaugurazione degli “open day” dei maturandi alla Nuvola dell’Eur: «Dobbiamo spingere sulle vaccinazioni ai ragazzi più giovani, come stiamo facendo per i maturandi e per la fine del mese di giugno possiamo iniziare a pensare alla riapertura anche delle discoteche» ha concluso l’assessore.

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Le misure 

Intanto il settore dell’intrattenimento ha accusato una perdita di 100milioni di euro di fatturato solo nel 2020.

Un tracollo che ha paralizzato 10mila posti di lavoro. Baristi, ballerini, dj e barman rimasti senza serate da animare e quindi senza lavoro. A questo si sommano le perdite dei fornitori, rimasti senza ordini ormai dallo scorso settembre. «Aspettiamo il nostro momento e siamo pronti a ripartire. Ma intanto vogliamo fare la nostra parte anche se il momento è molto complesso» dice Antonio Flamini, presidente dell’associazione dell’intrattenimento Silb Lazio, che rappresenta i locali romani. Per gli imprenditori della notte il vero giro di boa sarà quando il Lazio passerà in fascia bianca. A quel punto, l’idea è quella di organizzare locali “Covid free” con il Green Pass (il certificato che attesta la vaccinazione o la guarigione dal Covid) o un tampone negativo nelle 48 ore precedenti.

Il nodo però è anche l’orario, ancora ristretto: «Per riprendere solo in parte le attività, deve essere superato l’orario del coprifuoco che sommato a tutto il resto, complica ancor di più l’apertura delle discoteca» precisa il presidente Silp che, in accordo con i colleghi, ha già inoltrato alla Pisana una prima bozza di un documento concordato. «Il primo passo è accelerare sulle fasce di vaccinazioni della fascia dei ragazzi tra i 18 e i 30 anni - spiega ancora - solo con i vaccinati e in sicurezza possiamo concretamente pensare a una riapertura». I titolari hanno messo quindi a disposizione della Regione Lazio i loro canali social e le mailing list per contattare gli under 30 e “pubblicizzare” le vaccinazioni. Non solo: prima della riapertura ufficiale, il progetto è quello di trasformare alcune sale in centri e hub dove possono essere somministrati i vaccini. «Con il Green pass e garantendo le misure sanitarie, siamo pronti ad aprire anche subito- aggiunge il presidente - non possiamo permetterci passi falsi come lo scorso anno. Dobbiamo riaprire per non richiudere più. Non c’è alcuna ufficialità, ma pensiamo che per la fine del mese di giugno sarà possibile iniziare ad aprire». Mentre i locali all’aperto, che hanno potuto sfruttare gli spazi, hanno ripreso l’attività ma solo per le consumazioni. In attesa che si possa tornare a ballare in pista al suono della musica. Altri invece, hanno dato in “prestito” i locali alla Croce Rossa e sono diventati dei punti di raccolta e smistamento di viveri per le famiglie in difficoltà a causa del Covid. 

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