Ostia, sequestra il presunto amante della ex: «Non devi rubare le donne degli altri»

Per il 43enne quattro anni per rapina. prosciolto dai reati più gravi per la legge Cartabia

Ostia, sequestra il presunto amante della ex: «Non devi rubare le donne degli altri»
di Valeria Di Corrado
Sabato 25 Febbraio 2023, 06:22 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 08:28
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Ha sequestrato quello che credeva essere l'amante della sua ex compagna: gli ha legato i polsi, le caviglie e il collo con corde e nastro isolante, poi l'ha cosparso di un liquido infiammabile e ha minacciato di dargli fuoco. Simone C., un romano di 43 anni, lo scorso primo settembre è stato arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli con le accuse di sequestro di persona, lesioni personali, rapina e violenza privata, consumate nei confronti di un uomo più grande di lui di dieci anni. Ieri, però, è stato condannato al termine del processo celebrato con rito abbreviato a 4 anni e 4 mesi di reclusione solo per la rapina (il pm Carlo Villani aveva chiesto 5 anni e 4 mesi).

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Questo perché, in base alle nuove disposizioni introdotte dalla legge Cartabia, in mancanza della querela della vittima (come nel caso di specie) per alcuni tipi di reati, il giudice è costretto ad emettere una sentenza di non luogo a procedere.

E difatti, ieri, il gup ha prosciolto l'imputato 43enne dalle accuse di sequestro di persona, lesioni e violenza privata, proprio perché il presunto amante della sua ex compagna non aveva presentato querela.


I FATTI
Simone C. conosceva bene la vittima, in quanto gli aveva dato in affitto un appartamento. Il primo settembre scorso si era presentato a casa sua, chiedendogli di accompagnarlo in un posto non precisato per rimuovere un canneto da un terreno. L'operaio 53enne lo aveva assecondato, salendo sul suo motorino. Dopo aver percorso una strada sterrata, in zona Infernetto, si erano addentrati in una proprietà privata: qui l'imputato - stando al racconto della vittima - ha legato i polsi dell'operaio con del nastro isolante nero e le caviglie con una corda chiara. Poi ha avvolto una seconda corda di colore rosso attorno al collo, per immobilizzarlo. Successivamente lo ha cosparso con una sostanza infiammabile schiumosa, spruzzata da una bomboletta. Infine ha preso un accendino e, avvicinandolo alle gambe del suo inquilino, gli avrebbe detto: «Vuoi provare dolore?», «così impari a sco...ti le donne degli altri».


Nel frattempo Simone C. ha telefonato con una video-chiamata alla sua ex compagna e gli ha mostrato il "prigioniero". Lei, in preda a una crisi di pianto, gli ha chiesto cosa stesse facendo. E lui, per tutta risposta, l'ha minacciata: «Se non vieni all'Infernetto gli do fuoco». Non contento, il 43enne si è impossessato del cellulare della vittima e, dopo avergli scattato una foto, è andato sul posto di lavoro della compagna dell'operaio per mostrargli le immagini di lui legato; poi l'ha minacciata: «Chiama quella grande z... (facendo riferimento alla sua ex, ndr) altrimenti gli do fuoco».


LA LIBERAZIONE
Questa drammatica vicenda, fortunatamente, non si è conclusa in tragedia perché il 53enne - approfittando dell'assenza del suo proprietario di casa sequestratore - è riuscito a tagliare con i denti il nastro adesivo stretto attorno ai polsi e poi, con le mani libere, ad allentare le corde. L'indagine del X Distretto della polizia "Lido di Roma" ha preso il via grazie alla denuncia presentata da una donna alla quale l'operaio si era rivolto per chiedere aiuto, subito dopo essersi liberato. Ma, in mancanza di una specifica querela della vittima (probabilmente non sporta per paura di ritorsioni), l'imputato è stato prosciolto dalle accuse più pesanti di sequestro di persona, lesioni e violenza privata; così come previsto dalla legge Cartabia.
 

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