Cose divertenti che non farò più (per il caldo)

Cose divertenti che non farò più (per il caldo)
di Raffaella R. Ferré
Sabato 2 Luglio 2022, 14:00
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Un tempo che pare lontanissimo ed è invece, metaforicamente, l'altro ieri, adoravo i matrimoni di prima estate, soprattutto se con ricevimento serale in località come Baia, Miseno, Cuma o nell'area vesuviana. Motivo: potevi aver sofferto e sudato durante il giorno, ma la sera faceva freschetto. Scialletti raccomandati, almeno fino a metà luglio. Siamo oggi solo all'inizio e da almeno un paio di settimane facciamo le prove tecniche per l'evaporazione di qualsiasi speranza: fa caldo, sempre e dovunque, e ci sono molte cose che consideravo divertenti o solo fattibili e che, invece, non farò mai più. Aspettare qualcuno sotto certi palazzoni; mangiare una pizza a portafoglio continuando a camminare; sostare in piazza Dante aspettando il filobus: tutte queste esperienze, tipiche nella vita estiva del napoletano, sono ora prove di resistenza.

Quando la temperatura tocca i 35 gradi, mi torna in mente l'abate Galiani che, a metà del 700, cercò e trovò la maniera di attraversare tutta Napoli a piedi e nelle ore più calde restando sempre al fresco. Sono passati secoli, ma nella città del sole, l'ombra è ancora richiestissima. In piazza del Plebiscito, spazio urbano che favorisce la nudità dei corpi, i turisti si tolgono la maglietta, i cittadini vorrebbero togliersi la pelle; poco lontano, un matrimonio, vari ospiti in posa per le foto di rito. Sento dire: ma questi due non si potevano sposare a dicembre? 

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