Il guinzaglio telematico

Il guinzaglio telematico
di Federico Monga
Martedì 22 Maggio 2018, 07:00
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Chiediamo perdono ad Alessia Marcuzzi se, dall'alto del nostro svolazzare libero da mosche, ci permettiamo di mettere il dito nei rapporti con suo figlio. Durante la trasmissione di domenica scorsa «Che tempo che fa», seduta al tavolone di Fabio Fazio, la presentatrice, tra gli sghignazzi suoi e del conduttore, ha rivelato di avere un'applicazione sullo smartphone impostata per controllare gli spostamenti del «buon Tommy». La prova in diretta ha fatto scoprire ad Alessia, a Fazio e ad alcuni milioni di italiani che il diciassettenne, a Londra per studiare, si stava dirigendo in quel preciso istante nel dormitorio delle ragazze. Capiamo l'ansia di una mamma che ha il figlio lontano. Capiamo pure che non sono più i tempi di una volta. Ma ci domandiamo: dove è finito il rapporto tra un genitore e un figlio se si mettono in discussione la fiducia e la libertà dei nostri ragazzi di prendersi la responsabilità di dire o meno la verità? Che senso ha mettere al guinzaglio telematico un quasi diciottenne quando si è deciso di dargli l'occasione di uscire dal nido di mammà e di iniziare a organizzarsi una vita indipendente? Che fine faranno le confidenze tra figlio e genitore se sappiamo e immaginiamo già tutto? Fossimo in Tommy, lasceremmo il telefonino sulla scrivania dello studio e scorazzeremmo disconnessi per qualche giorno. Vai a vedere che avremmo qualcosa in più da raccontare alla mamma e al resto del mondo.


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