Gli s(Trump)falcioni

Gli s(Trump)falcioni
di Federico Monga
Martedì 29 Maggio 2018, 07:00
2 Minuti di Lettura
Yvonne Mason è la nuova maestrina dalla penna rossa. Come l'insegnante di Edmondo De Amici nel suo romanzo Cuore, non perde mai il sorriso. O almeno così la ritraggono le sue foto social. Ha un debole per i colori scarmigli, non sulla piuma del cappello ma sul rossetto da labbra. La prof ha insegnato lingua inglese per 17anni in una scuola del South Carolina. Ha corretto migliaia di temi e compiti di grammatica. Nel febbraio scorso, dopo l'ennesima strage in un college americano, ha preso carta e penna (nera) e ha scritto al presidente degli Stati Uniti contestandogli di non aver fatto visita ai genitori delle vittime.

Dopo alcuni mesi è arrivata la risposta, con in calce l'ormai famosissimo «firmone» «Donald Trump». Ma la missiva era un banale elenco delle cose fatte, senz'anima. E, non essendo soddisfatta, ha deciso di andare a fare le pulci a The President, dove si sentiva più forte: sulla conoscenza della lingua. Ha preso penna (blu) ed evidenziatore (giallo) e ha iniziato a correggere la lettera. Maiuscole fuori posto; ma The Donald, si sa, è un tantino enfatico. Frasi generiche; certo la scuola di Twitter non aiuta la profondità di eloquio. Tirando le somme, al college l'allievo Donald avrebbe preso D, una sufficienza scarsa. E per la nostra maestrina dalla penna rossa si apre un futuro tra le fila dei Democratici, che vedono in Trump un Franti 2.0. Lo slogan è già pronto: «Grammatica First».

federico.monga@ilmattino.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA