Droga in Sardegna grazie a due scafatesi, sgominato traffico di stupefacenti

Droga in Sardegna grazie a due scafatesi, sgominato traffico di stupefacenti
di Nicola Sorrentino
Venerdì 12 Ottobre 2018, 17:27
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SCAFATI. Droga che dall'Agro nocerino arrivava fino in Sardegna. Ci sono anche due scafatesi nell'indagine condotta dalla Procura sezione Dda di Cagliari. Uno dei due è imparentato con un esponente della criminalità organizzata. Il gruppo avrebbe potuto contare anche sull'aiuto di un chimico, che trattava la cocaina che doveva poi giungere sull'isola. Tra le accuse c'è anche il riciclaggio, in quanto i soldi - da ripulire - venivano investiti in immobili. L’operazione coordinata dal pm Guido Pani ha portato all'esecuzione di nove misure cautelari, oltre al sequestro di una pistola e della somma di 54mila euro. Sei i chili di cocaina che dalla Campania sarebbero dovuti giungere poi in Sardegna. A condurre le indagini la Guardia di Finanza, che ha effettuato perquisizioni nelle province di Cagliari, Nuoro, Roma, Massa Carrara, Viterbo, Pescara, Napoli, oltre a quelle di Sassari e Salerno. 

Gli accertamenti dei militari, condotti attraverso intercettazioni sia telefoniche che ambientali e servizi di pedinamento, si sono concentrati su un gruppo di persone che dalla Sardegna, attraverso un meccanismo collaudato, riuscivano a far entrare la droga e a supervisionare la sua diffusione nelle piazze principali. Due persone del napoletano, grazie al supporto dei due scafatesi, coordinavano le operazioni svolte con l’ausilio di autotrasportatori della Campania. Le vie del mare venivano utilizzate per il passaggio dei camion, che avevano l'obiettivo di trasportare merci come piante e fiori, ma in realtà contenevano la droga. Le dosi venivano nascoste nelle intercapedini che raggiungevano Sassari via traghetto. Lo stupefacente veniva poi gestito da grossisti napoletani fino all'arrivo nelle piazze di spaccio. Le basi principali dell’organizzazione criminale erano Macomer in provincia di Nuoro, dove si trovavano i grossisti, Olbia e Alghero. Una base era anche a Scafati. Per “ripulire” i proventi della vendita dello stupefacente, il gruppo aveva investito nel settore commerciale e immobiliare, con l’acquisto di esercizi e appartamenti da destinare a scopo turistico. 
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