Bimba uccisa dai genitori, la perizia
in Appello: «Morta per soffocamento»

Bimba uccisa dai genitori, la perizia in Appello: «Morta per soffocamento»
di Nicola Sorrentino
Giovedì 7 Aprile 2022, 06:00
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«Quanto alla causa mortis, i dati e le oggettività emersi dall’esame della documentazione risultano coerenti e riconducibili ad una causazione letale identificabile in un’asfissia meccanica violenta». Queste le conclusioni dei periti Alessandro Santurro e Vittorio Fineschi, sui risultati dell’autopsia svolta sul corpo della piccola Jolanda, la bimba di 8 mesi morta il 22 giugno 2019. La perizia era stata chiesta dai difensori nel giudizio d’appello, in Corte d’Assise, per il secondo grado che vede imputati Giuseppe Passariello e Immacolata Monti. I genitori della piccola furono condannati per omicidio volontario e maltrattamenti: l’uomo all’ergastolo e la donna a 24 anni di carcere. I risultati della perizia - nella disponibilità delle parti - saranno illustrati in udienza, a giorni. Ad oggi, confermano quanto deciso nel processo di primo grado: Jolanda fu soffocata. 

Nella perizia viene ipotizzato che il «meccanismo asfissiogeno risulta compatibile con l’occlusione degli orifizi respiratori con una o entrambe le mani ovvero con altro mezzo fisico in grado di aderire al volto, e nel complesso suggestivo di una azione portata da terzi».Probabilmente con un cuscino, sequestrato dalla polizia di Nocera durante le indagini e così come ipotizzato dal sostituto procuratore Roberto Lenza, titolare dell’inchiesta. Non condivisibile l’ipotesi della difesa, che riteneva che la piccola fosse morta per un problema polmonare. Per i consulenti non risulta possibile «attribuire un ruolo concausale certo al sottostante e asintomatico processo flogistico polmonare», escludendo che questo possa aver contribuito alla morte. Jolanda morì nelle prime ore del 22 giugno 2019.

Le lesioni che il corpicino presentava invece, quando il 118 accorse in casa della coppia, sarebbero state prodotte in tempi differenti. Per l’accusa, furono il risultato di 15 giorni di maltrattamenti consumati sulla piccola. A chiamare il medico fu un’amica della madre, che si era accorta che Jolanda non respirava. I contenuti di una precedente perizia erano già stati illustrati, in relazione ad accertamenti sul cuscino e ulteriori tracce su di una maglietta. Secondo quanto ricostruito in primo grado, la madre accusò il padre di aver ridotto la figlia in quel modo, attraverso approcci e metodi troppo rudi per gestire e accudirla. Il padre mal avrebbe sopportato di avere una figlia femmina.

La piccola non fu mai curata adeguatamente. La madre non avrebbe inoltre avuto la forza di ribellarsi al marito, che le avrebbe impedito con violenza di recarsi da un medico specializzato.

Pur senza un movente individuato, i genitori furono intercettati in ambientale, mentre discutevano se disfarsi o meno di un cuscino, ragionando su possibili condanne. Frasi equivoche che spinsero i giudici a condannare entrambi.

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