Cadde dal secondo piano dell'ospedale
e morì: assolti un medico e quattro infermieri

Cadde dal secondo piano dell'ospedale e morì: assolti un medico e quattro infermieri
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 16 Aprile 2021, 20:06
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Un medico e quattro infermieri assolti per la morte di un 45enne di Sanza che nove anni fa cadde da una porta finestra del secondo piano dell'ospedale di Polla. Si è concluso il processo al Tribunale di Lagonegro a carico del dottore Giovanni Rodio e 4 infermieri che all’epoca dei fatti lavoravano nel nosocomio valdianese. La gravissima accusa era quella di omicidio colposo in concorso per la morte del quarantacinquenne di Sanza, precipitato dalla porta-finestra del nosocomio nella notte tra il 23 ed il 24 marzo del 2012. Inizialmente la richiesta di rinvio a giudizio aveva coinvolto anche Silvio Sanseviero, medico di guardia interdivisionale nella notte dell’evento, che aveva constatato lo stato di confusione e di agitazione del paziente. Il Giudice dell’udienza preliminare aveva emesso sentenza di non doversi procedere per Sanseviero e aveva mandato a processo gli altri imputati. Dopo aver ascoltato in qualità di testi i dottori Sandra Cornetta ed Aniello Colasante, dopo aver acquisito la relazione di consulenza medico legale dei due e sentiti alcuni testimoni, non essendo emerso alcun elemento a carico degli imputati, il pm ha deciso di rinunciare agli ulteriori testi e, ha richiesto nel corso dell’udienza, la non punibilità per tutti gli imputati perché il fatto non sussiste.

Il Giudice ha accolto tale istanza ed ha assolto tutti gli imputati.

I difensori di fiducia di Rodio, gli avvocati Floriana Giordano del Foro di Vallo della Lucania e Ilaria Zarrelli del Foro di Napoli, hanno dichiarato: “per il dottore Rodio, stimato otorino laringoiatra di Vallo della Lucania, finisce un incubo durato 9 anni, per aver dovuto subire l’infamante accusa di omicidio colposo per negligenza nello svolgimento della sua professione che invece ha sempre svolto con responsabilità e dedizione. Probabilmente il processo avrebbe potuto chiudersi nella fase dell’udienza preliminare, così come avvenuto per l’altro sanitario, coimputato.

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