Manuel Cientanni colpito dall'elica a Cetara, le ultime ore raccontate su Instagram

Il 29enne, cuoco presso la Lega Navale di Salerno, era in barca con due amici

Manuel Cientanni
Manuel Cientanni
di Emiliano Amato
Mercoledì 16 Agosto 2023, 23:00 - Ultimo agg. 17 Agosto, 16:02
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Dopo tre giorni di ricerche nelle acque del Golfo di Salerno non c’è ancora nessuna traccia del corpo di Manuel Cientanni, il 29enne salernitano che risulta disperso dalle 16.30 di lunedì scorso in seguito al tragico incidente avvenuto nel mare della costiera amalfitana, tra i borghi di Erchie e Cetara. Il giovane, residente a Pontecagnano Faiano, svolgeva l’attività di cuoco presso la Lega Navale di Salerno. Con due amici, un 19enne originario del Marocco e un 33enne dell’Est europeo, voleva trascorrere la vigilia di ferragosto all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Lunedì mattina, a Salerno, i tre avevano preso in locazione una barca (senza skipper) con rotta verso la “Divina”. Tutti e tre si alternavano alla guida del natante di sei metri di lunghezza, con scafo in vetroresina e motore da 40 cavalli fuoribordo. Dopo qualche immancabile tuffo al largo e il pranzo alla Marina di Conca, il ritorno verso Salerno nel pomeriggio. Alla guida il più giovane della comitiva, con andatura costante stimata in circa 20 nodi. Appena superato il borgo di Erchie, una brusca virata scaraventa in mare uno degli occupanti. È Cientanni, distratto dal suo smartphone col quale aveva raccontato tutta la sua giornata attraverso le stories di Instagram.

Con l’intento di poterlo recuperare facendolo salire agevolmente a bordo, il conducente avrebbe fatto macchine indietro invece di raggiungerlo accostandosi di prua. Dal mare Cientanni non avrebbe potuto fare nulla per evitare di finire contro l’elica del motore fuoribordo che lo ha colpito in pieno, ferendolo mortalmente probabilmente al tronco. Il giovane è scomparso in pochi minuti, inabissatosi in una chiazza rossa, il suo stesso sangue. È quanto confermato dai suoi stessi amici, disperati, ai militari della Guardia Costiera, che da subito hanno cercato di fare luce sull’accaduto. 

A distanza di tre giorni e mezzo il mare non sembra voler restituire il corpo del giovane. Le complesse attività subacquee hanno visto ieri i sommozzatori dei Vigili del Fuoco operare con Side Scan Sonar, uno strumento di ultima generazione che consente un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino su una batimetrica di 44 metri. Personale specializzato dei caschi rossi è giunto da reparti calabresi. In superficie è proseguito, invece, il pattugliamento della motovedetta CP 581 della Guardia Costiera di Salerno, con la nave da supporto multiruolo “Bruno Gregoretti” della Capitaneria di Porto, che rimane in rada anche di notte. Dal cielo si alternano elicotteri della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco. Una trentina e più gli uomini impegnati nelle ricerche. Ma ancora nulla.

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Le speranze di trovare il ragazzo in vita erano già minime dopo l’incidente: ci si aspetta solo che il corpo possa riemergere. È impossibile prevedere quando, e soprattutto dove, per l’effetto incalcolabile delle correnti del golfo. Il mare non sempre restituisce. Il corpo del 24enne di San Valentino Torio che la sera del 12 novembre 2021 si lanciò dal ponte del fiordo di Furore, risulta ancora disperso. Quel pomeriggio il giovane aveva annunciato di volerla fare finita con distinti messaggi di WhatsApp ai familiari. Lo cercarono per giorni sotto costa e in mezzo al mare: dopo una settimana le ricerche vennero interrotte. Invece il corpo senza vita di Francesca Mansi, ingoiata dal fiume di fango ad Atrani il 9 settembre del 2010, venne rinvenuto il successivo 2 ottobre in mare, tra le isole siciliane di Panarea e Stromboli, da un sub. In avanzato stato di decomposizione, il suo volto era irriconoscibile. Trasferito a Lipari, fu suo padre ad accertarne l’identità attraverso gli indumenti che ancora aveva indosso. Nella tasca dei pantaloni, inoltre, c’era ancora un telefono cellulare uguale a quello posseduto dalla ragazza. 

Intanto non sono stati ancora resi noti gli esiti ufficiali degli esami tossicologici eseguiti subito dopo l’incidente sugli altri due ragazzi presenti a bordo. Pare che uno di questi, proprio il conducente del barchino al momento della tragedia, potrebbe essere risultato positivo - in maniera lieve - ai cannabinoidi. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto di Salerno Luigi Alberto Cannavale. Ci sarà da accertare quanto abbia inciso la lucidità del giovane al timone e la reale velocità dello scafo al momento dell’incidente: i natanti a locazione o a noleggio sono dotati di rilevatori satellitari che fanno da antifurto, le cui rotta e velocità possono essere verificate in tempo reale, attraverso un’app dedicata, dai proprietari. Al momento non vi sarebbero ancora indagati perchè per gli inquirenti il giovane risulta ancora disperso. 
 

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