Costiera amalfitana, scontro tra Confagricoltura e Consorzio di tutela Igp sulle coltivazioni di limoni andate perse

Scontro sulle coltivazioni di limoni andate perse in Costiera amalfitana tra Confagricoltura e Consorzio di tutela Igp

Limoni caduti dagli alberi e non raccolti
Limoni caduti dagli alberi e non raccolti
di Emiliano Amato
Giovedì 20 Luglio 2023, 06:10 - Ultimo agg. 07:30
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«Per effetto delle condizioni meteo i limoni sono caduti a terra e i grossisti non li ritirano perché non c’è vendita. Attualmente, se va bene, li pagano a 60 o 70 centesimi al chilogrammo e i produttori non riescono a coprire neppure le spese». Lo dichiara il presidente provinciale di Confagricoltura Antonio Costantino che analizza il difficile momento che sta vivendo la limonicoltura in costa d’Amalfi messa in ginocchio dal caldo torrido di questi giorni che ha portato a maturazione improvvisa i frutti finiti tutti a terra e destinati al macero.

Il grido d’allarme è stato raccolto da Confagricoltura Salerno, che ha evidenziato come il fenomeno abbia ripercussioni economiche notevoli sulle aziende agricole. Nei terrazzamenti i limoni non vengono neanche più raccolti per la vendita e si stanno addirittura utilizzando i rastrelli per pulire il suolo dai frutti caduti. Solitamente a luglio il prezzo era di un euro al chilogrammo e tendeva ad aumentare a 2 euro raggiungendo anche i 2,50 a metà agosto.La perdita economica per i produttori, dunque, è rilevante.

«In realtà – aggiunge Costantino – la stagione della raccolta era iniziata già male, da un punto di vista dei prezzi, ma ora sta precipitando nell’assoluto silenzio del Consorzio di tutela che non ha capacità di contrattazione nei confronti dei grossisti e della grande distribuzione. Continuando di questo passo, in assenza di politiche di tutela, non sarà più remunerativo coltivare lo sfusato d’Amalfi». A parere discorde il presidente del consorzio di tutela “Limone Costa d’Amalfi IGP” e referente Coldiretti per la costiera, Angelo Amato. «Affermare che i limoni della costa d’Amalfi rischiano di sparire è un allarmismo che danneggia fortemente il comparto – dichiara - Sono falsità che rischiano di penalizzare centinaia di aziende già alle prese con difficoltà climatiche ed economiche». 

«I problemi sono legati esclusivamente ai fattori climatici – sostiene Amato – le abbondanti precipitazioni prima e il caldo intenso poi hanno messo a dura prova la limonicoltura.

Altrove hanno perso tutto. Qui siamo riusciti a recuperare il prodotto ma ovviamente la grande quantità di limoni, maturati tutti insieme, ha fatto diminuire i prezzi. E’ la legge del mercato». 

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Amato si giustifica e anticipa le iniziative da intraprendere: «È stata un’annata difficile ma stiamo già studiando soluzioni con l’Universitàdi Salerno per salvaguardare e mantenere i prodotti al meglio sulle piante, soprattutto alle luce delle mutate condizioni climatiche degli ultimi tempi. Per quanto riguarda le problematiche attinenti al nostro territorio, ci siamo già attivati presso gli organi competenti per trovare quanto prima una soluzione che possa venire incontro alle esigenze della limonicoltura in costa d’Amalfi». «Dire che non sarà più remunerativo coltivare lo sfusato amalfitano – conclude – significa danneggiare un settore vitale per il territorio, che vanta una produzione di 3 milioni di chili annui, 300 imprese agricole impegnate nella coltura e un indotto economico e di occupazione importante per tutta l’area».

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