Lacrime e sorrisi, sospiri di sollievo e tragedie, guarigioni e tristi epiloghi rappresentano i volti della pandemia. Si alternano in modo rapido, a volte addirittura si sovrappongono. Altre vivono in modo parallelo. La gioia di tornare a casa dopo 54 giorni di una ricoverata di novant'anni, e la disperazione di veder perdere la vita una donna di 47 anni che aveva battuto il Covid, diventando simbolo di chi non si arrende, ma che non ha superato un intervento chirurgico che sembrava molto più semplice. Agnese Morrone aveva sconfitto il Covid-19, che l'aveva colpita all'inizio della prima ondata, dopo 143 giorni di ricovero, di cui 18 intubata al policlinico a Napoli e poi, dopo il risveglio, in riabilitazione a Campolongo. Era stata tra le prime a contrarre il virus, nella prima ondata, tra il Vallo di Diano e il Tanagro e a batterlo. Era guarita. Un simbolo per i suoi racconti emozionanti. Che purtroppo non c'è più. La 47enne, madre di un adolescente, ha perso la vita a causa delle complicazioni insorte in seguito ad un intervento chirurgico a cui si era sottoposta. La donna di Caggiano a marzo rimase contagiata in seguito al raduno dei neocatecumenali del 4 marzo a Sala Consilina. Oggi la notizia della sua morte lascia sgomenta l'intera comunità di Caggiano che al suo rientro, dopo il ricovero, l'aveva accolta con grande gioia.
«Da tanti viene ricordata - ha commentato il sindaco Modesto Lamattina - come una tra le prime persone ad ammalarsi di Covid ma anche e soprattutto come simbolo di speranza e di coraggio nell'aver sconfitto, dopo tanta sofferenza, quel virus subdolo ed invisibile.