«Oltre mezzo milione di salernitani, residenti in 77 comuni, sono discriminati all’interno della loro stessa provincia. Lo sono da tempo ma ora rischiano di esserlo ancora di più. E questo in un settore fondamentale come quello della salute, in particolare quello della riabilitazione. Partiamo dai numeri, che sono impietosi. Da un distretto all’altro della ASL di Salerno la spesa pro-capite per la riabilitazione passa da neanche 11 euro a quasi 64 euro». È la denuncia del neonato Comitato per la Perequazione nato a Nocera Inferiore. «Per capirci: un bambino disabile che ha bisogno di riabilitazione se abita nel distretto “sbagliato” avrà meno di un sesto delle terapie che spettano a chi risiede in un altro distretto a pochi chilometri di distanza - si legge in una nota - È una sperequazione macroscopica che va avanti da anni e che nel tempo invece di migliorare è peggiorata. Ora però c’è qualcuno che ha acceso i riflettori su questo stato di cose per cambiarlo. Sono associazioni, sindaci, sindacalisti, rappresentanti del settore».
Nasce così il Comitato per la perequazione, promosso da Vincenzo Pepe delegato Federlab Campania (portavoce del Comitato), Miro Amatruda segretario generale CISL FP Salerno, Gennaro Falabella segretario provinciale UIL FP Salerno, Raffaele De Prisco sindaco di Pagani, Gianni Iuliano sindaco di Bracigliano, Carmine Pagano sindaco di Roccapiemonte, Claudia Nicchiniello presidente provinciale ANGSA (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo), Lorenzo Latella Segretario Generale Cittadinanzattiva Campania.
«Il motivo di questa sperequazione è semplice – spiega Vincenzo Pepe, portavoce del Comitato - la ASL in questi anni ha ricevuto dalla Regione una serie di fondi aggiuntivi, parliamo di 3,8 milioni, proprio per superare queste disparità, ma invece di assegnarli ai distretti più penalizzati li ha assegnati “a pioggia” secondo la spesa storica. In questo modo la discriminazione invece di diminuire è sempre aumentata. Anche l’ultima delibera della ASL fa la stessa cosa per una cifra di 580mila euro erogati dalla Regione». «Il fatto paradossale – continua Pepe – è che la Regione ha come obiettivo esattamente quello della perequazione.