Salerno, il Ruggi esporta in Cina una nuova tecnica di radioterapia

Alcuni studenti cinesi hanno fatto un corso al Ruggi di Salerno con il medico Davide di Gennaro

Un apparecchio radioterapico
Un apparecchio radioterapico
Mercoledì 15 Maggio 2024, 16:04 - Ultimo agg. 20:28
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Da oltre un anno e mezzo, nel reparto di Radioterapia del  San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, diretto dal dottore Davide di Gennaro, si pratica una tecnica innovativa di Radioterapia, denominata Radioterapia Frazionata nello Spazio, o a Griglia, che colpisce la neoplasia con dosi molto più elevate di quelle tradizionali, paragonabili alle radiazioni di un trattamento stereotassico, ma su volumi neoplastici maggiori, e con risultati migliori, senza causare effetti collaterali ai pazienti. Questa tecnica è stata oggetto di osservazione da parte di cinque giovani medici radioterapisti cinesi, che per 5 mesi, sono stati presenti nel Reparto di Radioterapia del Ruggi, nell'ambito del Progetto Cross Sciences MediCina, per imparare la procedura direttamente sul campo. «Seguendo il nostro esempio - ha detto il dottor Di Gennaro - dopo tre mesi dal loro rientro in Cina, ed ispirandosi alla nostra esperienza, i medici osservatori, hanno irradiato 46 pazienti. Questo ci gratifica e ci rende orgogliosi per aver portato la nostra innovazione nel settore medico sanitario, in un Paese lontano e culturalmente cosi diverso, che ci guarda con ammirazione e con intenti collaborativi».

«Ad oggi - ha spiegato ancora il dottor Di Gennaro - sono più di 20 i pazienti trattati, ed i risultati sono al di là delle nostre aspettative, anche su coloro ai quali, effettuavamo una radioterapia palliativa o compassionevole.

Questa tecnica è adoperata per neoplasie resistenti e dal volume molto grande, con diametri al di sopra dei cinque centimetri e abbiamo potuto notare, esaminando in particolar modo, dal 2022, un paziente con un tumore di oltre 10 cm, ora totalmente in remissione, che la combinazione tra radioterapia potenziata e immunoterapia, dà risultati che fanno ben sperare in una probabile guarigione». 

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