Delicato intervento di chirurgia vascolare
all’ospedale di Nocera Inferiore: impiantata una protesi “su misura”

Delicato intervento di chirurgia vascolare all’ospedale di Nocera Inferiore: impiantata una protesi “su misura”
di Nello Ferrigno
Sabato 14 Ottobre 2017, 15:46
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Il delicato intervento chirurgico a cui l’11 ottobre scorso è stato sottoposto un paziente affetto da problemi respiratori che impedivano la tradizionale operazione a “cielo aperto”, era durato oltre tre ore. Il lavoro dei chirurghi si era reso necessario per escludere l’aneurisma e rivascolarizzare le diverse arterie interessate. Ad operare è stata l’equipe di chirurgia vascolare guidata dal dottor Gennaro Vigliotti ed effettuata all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

È stata impiantata una particolare protesi costruita a misura del paziente in base ai suoi parametri morfologici e dal costo elevato. Infatti, per acquistarla, è stato necessario un atto specifico della direzione generale dell’Asl Salerno. II paziente, operato in sedazione generale, dopo una breve permanenza in terapia intensiva, é ritornato in reparto in ottime condizioni. Oggi, dopo gli ultimi controlli, è stato dimesso ed è potuto tornare in famiglia.  Operato circa 10 anni fa per aneurisma della aorta sottorenale con intervento “open”, nel corso degli anni il paziente aveva sviluppato un aneurisma della aorta toraco-addominale di IV tipo che aveva coinvolto anche le due arterie renali, l’arteria mesenterica superiore e il tronco celiaco.

A causa della presenza di una patologia respiratoria, l’intervento “open” non era praticabile, per cui si é deciso di effettuare un intervento endovascolare. Il direttore generale Antonio Giordano si è complimentato per la riuscita dell’operazione: «A tutti gli operatori coinvolti va il mio plauso. Alta professionalità e spirito di collaborazione hanno permesso di effettuare un simile intervento di alta specializzazione, la cui riuscita premia la fiducia che questa direzione ripone nei propri operatori e quella di tutti coloro che credono nelle capacità organizzative dei nostri ospedali».
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