Delitto Fornelle, dalla perizia
spunta un nuovo indizio

Delitto Fornelle, dalla perizia spunta un nuovo indizio
di Petronilla Carillo
Sabato 5 Novembre 2016, 06:35 - Ultimo agg. 09:11
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Spunta un nuovo mistero a tingere sempre più di giallo il delitto delle Fornelle. Mentre Luca Gentile resta chiuso in una cella del carcere di Fuorni, accusato di aver ucciso il suocero Eugenio Tura De Marco, dal suo racconto e dalla perizia del medico legale Pianese, incaricato dai gip Piero Indinnimeo di valutare la compatibilità delle ferite trovate sul cadavere con il racconto dell’assassino, spunta un nuovo elemento di novità: il cellulare della vittima messo a caricare nella presa elettrica e poggiato sul tavolo. Cellulare di cui il giovane, sentito di recente dai suoi legali, gli avvocati Enrico Lizza e Gino Gassani, non ricorda di aver visto la sera dell’omicidio ma che è stato trovato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Salerno il giorno dopo. Cellulare a cui fa riferimento il perito ritenendo quel telefono non sarebbe potuto restare sul tavolo, con il filo del ricaricatore collegato alla presa, ma sarebbe dovuto cadere a terra stando ai movimenti fatti dal ragazzo per svincolarsi dalla presa del suocero e ucciderlo a coltellate. Eppure quel cellulare era lì, in carica e quando i carabinieri hanno trovato il corpo senza vita di Eugenio, lampeggiava per i whatsapp che la figlia Daniela gli aveva inviato per tutta la giornata, preoccupata per lui. Figlia che, da quanto emerge dalle indagini, sarebbe invece stata messa a conoscenza da Luca, la sera stessa del delitto, della morte del padre e per questo anche lei iscritta nel registro degli indagati per concorso formale in omicidio. E prima di chiudere definitivamente il caso, il sostituto Elena Guarino ha deciso di chiedere un ulteriore riscontro ai carabinieri del Racis di Roma, su una impronta digitale insanguinata, trovata su una bottiglia di alcol trovata in cucina e la cui presenza non era stata notata da Luca la sera dell’omicidio. E questo per capire se quell’impronta possa essere di qualcuno della famiglia, qualcuno che potrebbe essere andato prima dell’arrivo dei carabinieri per ripulire l’appartamento. 

Sono questi i soli dettagli che mancano ora alla ricostruzione del complicato puzzle. Anche se il giovane ha ammesso dal primo momento la responsabilità del delitto, secondo la Procura potrebbero esserci responsabilità anche da parte di altre persone. Determinante sarebbero a tal proposito i risultati delle perizie eseguite sui cellulari di Luca, Daniele ed Eugenio, trasmesse dal Racis di Roma e che farebbero emergere una serie di dettagli sconosciuti fino ad ora. E potrebbero dare risposta anche sull’assenza del cane di Eugenio che lui stesso, quando ha invitato Luca ad andare a casa sua, aveva chiuso in un’altra stanza e di cui nessuno si sarebbe accorto della presenza il giorno del ritrovamento del cadavere. Cane che, secondo alcune testimonianze raccolte, sarebbe scappato fuori nella confusione del sopralluogo dei carabinieri anche se questa versione dei fatti non convincerebbe tutti. Insomma, troppi misteri che potrebbero essere collegati tra di loro e portare gli inquirenti a individuare altre responsabilità.
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