Falso San Marzano, Cassazione
conferma condanna per Amato

Falso San Marzano, Cassazione conferma condanna per Amato
di Nicola Sorrentino
Domenica 4 Febbraio 2018, 12:48
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SCAFATI. Commercio di falsi pelati San Marzano Dop: la Cassazione rigetta il ricorso dell'imprenditore e industriale Antonio Amato, rendendo definitiva la condanna a 6 mesi di reclusione. Secondo l'accusa, in concorso con Walter Russo, altro imprenditore, i due avrebbero prodotto e commercializzato prodotti alimentari, lavorati e confezionati per un totale di 300.000 barattoli di pelati, da considerarsi, per origine, provenienza e qualità diversa da quella dichiarata o comunque tali da trarre in inganno gli acquirenti-consumatori sulla origine, qualità e provenienza. I fatti risalgono al 12 ottobre del 2010, quando presso la Dogana di Salerno, i carabinieri del Nac effettuarono un blitz al porto bloccando 18 container diretti verso gli Stati Uniti d'America. Al loro interno vi erano 21 partite di pomodori pelati ceduti alla "Nationalfood brands Incorporated". Ma nè l'allora Antonio Amato & C. Molini e Pastifici in Salerno", l'azienda che aveva commissionato il prodotto, che la "Exom Srl", azienda di Scafati di proprietà di Walter Russo che invece ne aveva curato la produzione, erano mai state socie del Consorzio di utela del Pomodoro di San Marzano dell'Agro sarnese nocerino Dop. 

Tra i motivi condivisi dalla Cassazione, la circostanza che le etichette sui barattoli erano capaci «di ingenerare, nel consumatore, la convinzione che il prodotto presentasse caratteristiche differenti da quelle reali». E dunque, l'aver posto «in vendita o messo in circolazione opere dell’ingegno o prodotti industriali, con nomi, marchi o segni distintivi nazionali o esteri, atti a indurre in inganno il compratore sulla origine, provenienza o qualità dell’opera o del prodotto». L'origine dei pomodori San Marzano è disciplinata da un regolamento dell'Unione Europea. Nel caso di specie, per i giudici la "falsa indicazione" si concretizza quando la "fallace indicazione" ricorre anche qualora "sia indicata l'origine e la provenienza estera dei prodotti o delle merci, l'uso di segni, figure, o quant'altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana, incluso l'uso fuorviante di marchi aziendali ai sensi della disciplina sulle pratiche commerciali ingannevoli". A costituirsi nel procedimento c'erano il Consorzio a tutela del pomodoro San Marzano Dop, rappresentato dal legale Luca Forni, l'Associazione Napoli Adoc e Asso Consum Onlus.
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