Nocera Inferiore, dalla scuola in cui lavorava parte la raccolta fondi per la figlia di Annalisa

Il difensore dell'ex compagno della vittima: pensiamo anche alla prima figlia

Agostino Annunziata e Annalisa D'Auria
Agostino Annunziata e Annalisa D'Auria
di Nicola Sorrentino
Martedì 31 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo agg. 10:33
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Una raccolta fondi, da parte dell’istituto agrario Dalmasso di Pianezza, per aiutare e sostenere la figlia di Annalisa D’Auria, la bimba di 3 anni che da sabato si trova in ospedale, dopo l’omicidio della madre per mano del compagno, che si è poi suicidato. La bimba è seguita ogni minuto da un’equipe di specialisti, coordinati dal reparto di psicologia pediatrica. L’annuncio è stato fatto dal preside Stefano Bruno, che ha ricordato la donna, che nell’istituto faceva la bidella, come «sorridente e serena, aveva buoni rapporti con tutti». Ieri mattina, nella scuola è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo della 32enne Annalisa, nata a Nocera Inferiore, che da circa tre anni si era trasferita a Rivoli (Torino), insieme al compagno Agostino Annunziata, il 36enne che sabato mattina l’ha uccisa con una coltellata alla gola.

Secondo i carabinieri, valutando gli esiti di una prima analisi esterna del medico legale sul corpo della vittima, la donna potrebbe essere stata anche strangolata dal compagno, prima di essere colpita a morte. Una serie di segni lo confermerebbero, insieme ad altre ferite provocata dalla lama del coltello utilizzato per il delitto. La Procura deciderà a breve se effettuare o meno l’autopsia sul corpo della giovane.

L’uomo si era convinto, mosso da una forte gelosia, che la donna avesse un altro uomo. In particolare, con un professore della scuola dove la stessa lavorava. Prima del delitto, i due avrebbero litigato in piena notte.

Giorni prima - stando a testimonianze raccolte dai carabinieri - Agostino - anch’egli di Nocera Inferiore - le aveva strappato il cellulare di mano, pretendendo di sapere perché non avesse risposto. Poi aveva inviato una serie di messaggi e vocali nella chat della scuola, aveva chiamato il professore con il telefono della compagna, quindi inviato un vocale persino all’ex di lei, dal quale la donna aveva avuto una prima figlia, di 9 anni. Dopo il delitto si era recato nell’azienda dove lavorava, in compagnia della figlia, che aveva affidato ad un collega. Quindi si era lanciato da un silos, dall’altezza di 20 metri.

Sulla tragedia ha espresso il suo dispiacere l’avvocato Gianfranco Trotta, che aveva assistito l’ex compagno di Annalisa nel procedimento per l’affidamento della prima figlia, dopo la rottura della loro relazione: «Sono sconcertato - dice - da quanto accaduto a Rivoli. Per fortuna la bambina venne affidata al mio cliente, il papà, e non ha vissuto in prima persona la tragedia della scomparsa della madre. Ora occorre sostenerla psicologicamente per questa brutale morte della mamma, su questo abbiano già un’intesa col mio assistito. Provo immenso dispiacere per la fine di due giovani vite ed anche per una povera creatura di tre anni rimasta senza genitori».

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Una storia a sua volta travagliata, quella dell’affidamento della prima figlia di Annalisa. La madre l’aveva portata con sé a Torino, senza autorizzazione del giudice, insieme al nuovo compagno, Agostino. Il tribunale aveva poi deciso di affidarla al padre naturale, stando a valutazioni di un proprio consulente. Era il periodo nel quale Agostino fu arrestato e posto ai domiciliari per la scoperta di un quantitativo di droga in casa. Circostanza che, successivamente, lo costrinse poi al congedo dall’esercito. Sull’affidamento della piccola di 3 anni, invece, deciderà il tribunale dei minori. Alla bimba restano i nonni a Nocera, i cugini del padre nel torinese e uno zio paterno che vive a Milano. Ieri pomeriggio, da via Monte Bianco a Rivoli, dove la coppia viveva, è partita una fiaccolata per ricordare la giovane Annalisa.

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