Gianandrea Ferrajoli morto a 41 anni:
malore in Corsica, era un ictus letale

Gianandrea Ferrajoli morto a 41 anni: malore in Corsica, era un ictus letale
di Silvia De Cesare
Sabato 11 Settembre 2021, 08:28 - Ultimo agg. 09:58
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Una perdita devastante. Come una cometa Gianandrea Ferrajoli ha corso velocissimo, per poi lasciare troppo presto solo una scia luminosa di inventiva, energia, sarcasmo, bellezza, unicità. Non se ne va solo un grande imprenditore, ma un amico, una risorsa, una persona dal carisma inconfondibile, che con quel suo tono di voce caldo e convincente custodiva e condivideva progetti di impresa e di vita sempre folgoranti.

La sua corsa sulla terra si interrompe poco dopo il Ferragosto. In vacanza in Corsica, si gode un giorno di sole in barca. All'improvviso si sente male e viene ricoverato all'ospedale di Ajaccio: il referto lascia tutti senza parole. Ictus, provocato da uno scompenso cardiaco a sua volta dovuto a un tumore ai polmoni al quarto stadio del quale non si era mai reso conto. La sua vita frenetica, i mille impegni (il più recente era il G20) e quella voglia irrefrenabile di andare senza rallentare, erano stati più forti di qualunque avvisaglia. «Per me è un grande onore, ma anche una grande responsabilità», aveva detto a Il Mattino quando trapelò la notizia della sua partecipazione al Business Summit internazionale che riunisce le venti economie più grandi del mondo. Perché per quanto andasse veloce, l'attenzione critica che poneva era indiscutibile. Come era indiscutibile il grande amore per la sua bambina, che non vedeva l'ora di accompagnare a scuola. Dopo due settimane ad Ajaccio, domenica scorsa era stato trasferito al Gemelli di Roma, ma le sue condizioni non sono mai migliorate. In coma farmacologico, a nulla è servito tentare anche un ciclo di chemio, perché il suo quadro clinico era troppo compromesso. «Giana», 41 anni, ieri ci ha lasciati. 

Tra i suoi amici lo sapevano tutti, ma l'uno non aveva il coraggio di parlarne con l'altro. Troppo forte il dolore, la paura, la rabbia di perdere un pilastro così importante. Una grande chioma di capelli neri, ai piedi mocassini e mai scarpe da ginnastica, con la giacca scura sempre poggiata sulle spalle, grande, grosso, fascinoso, era capace di trascinare la sua comitiva dall'altra parte della città quando la notte sembrava essere finita, ma anche di tuffarsi in acqua con gli stessi panni. Il classico esempio di genio folle, che senza l'abbraccio degli affetti veri non sarebbe andato da nessuna parte. Gli amici continuano a rimanere in silenzio, il mondo degli industriali lascia lunghi messaggi di cordoglio. Se per loro lui era semplicemente Giana, nel mondo degli industriali era Ceo di Mecar, presidente di Federauto Trucks e della Commissione ricerca, sviluppo e start up di Alis

«Era espressione di un'imprenditoria ambiziosa, consapevole, innovatrice e determinata. Perdiamo una grande intelligenza, un uomo colto, entusiasta e gentile che tanto ha dato e ancora poteva offrire al nostro territorio», dice il presidente di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli. Gli fa eco il presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno Andrea Prete: «Giovane e brillante imprenditore di cui ho sempre apprezzato innanzitutto le doti umane fuori dal comune, oltre che l'indiscussa preparazione. Aveva ben chiari gli scenari futuri del comparto della logistica e, in tal senso, aveva avviato con successo l'azienda di famiglia verso percorsi di crescita e sviluppo ben riconoscibili». «Conserverò sempre una grande ammirazione per la tua genialità, la tua lungimiranza e la tua umiltà», è il ricordo di Marco Gambardella, leader dei Giovani imprenditori. E il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli aggiunge: «Di lui mi ha sempre colpito la capacità di guardare avanti, di superare gli schemi precostituiti, di avere visione e concretezza allo stesso tempo. La nostra comunità perde una preziosa risorsa, ma sapremo fare tesoro della sua lezione di vita». «Noi tutti ne abbiamo apprezzato le grandi qualità sia umane che professionali, quale giovane imprenditore attento, dinamico e illuminato, eccellenza del nostro territorio», scrive l'onorevole Piero De Luca. Qualcuno gli scrive su Facebook, ma lui era anche un opinion leader su Linkedin e Twitter, mentre su Instagram, dove si era ribattezzato «gianitoba», preferiva mescolare i successi professionali ai film a lui più cari.

Scriveva quasi sempre in lingua inglese, ma gli abbracci, i suoi, erano calorosi come il suo Sud. Grazie Giana, è stato un grande onore incrociare la tua scia. 

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