Giro, Costiera in cima al mondo tra la sua grande bellezza e la rabbia per le strade ko

Caravana rosa tra panorami mozzafiato, striscioni per Nicola precipitato con il bus

Giro, Costiera in cima al mondo tra la sua grande bellezza e la rabbia per le strade ko
di Mario Amodio
Venerdì 12 Maggio 2023, 07:20
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Non poteva non esserci lui, «o sole», ad accogliere ieri il passaggio della carovana rosa in Costiera Amalfitana. Un luogo dell'anima, le cui immagini restituite al mondo attraverso le telecamere della Rai (198 i paesi collegati nei 5 continenti per un'audience complessiva di 790 milioni di persone) hanno offerto un inedito spettacolo di panorami mozzafiato. Con riprese dall'alto, in questa sesta tappa, non solo delle principali mete del turismo internazionale come Amalfi, Positano e Ravello.

La bellezza del Giro d'Italia è anche questa: raccontare e promuovere la penisola e quella straordinaria spina dorsale del Paese composta dai piccoli comuni.

E quella documentata ieri sotto quel sole tanto atteso dopo interminabili giornate di pioggia, che hanno alimentato tristezza e timori dopo la tragedia di lunedì tra le curve della provinciale che unisce Ravello alla statale Amalfitana, è stata una Costiera senza veli, con i suoi giardini pensili affacciati sul mare, quella costa a tratti selvaggia e quei grappoli di case che corrono come brividi fino al cielo. In mezzo la sinuosità dei nastri d'asfalto scavati lungo i fianchi delle montagne: dal Valico di Chiunzi dove era fissato l'arrivo del gran premio della montagna, fino a Castiglione dopo una discesa che corre follemente fino al mare.

E da qui lo spettacolo dei corridori sfrecciare lungo una delle strade più panoramiche al mondo: la 163 Amalfitana. A picco sul mare o all'interno di centri abitati per la gioia dei bambini e dei tanti appassionati. Una strada bella e maledetta al tempo stesso. Come quella poco più su che interseca dal bivio di Castiglione e finita nell'occhio del ciclone dopo la drammatica morte di Nicola Fusco, il giovane autista volato nella scarpata col suo bus lunedì mattina. Una tragedia che è stata ricordata anche in diretta tv proprio quando parte del gruppo è transitato nel curvone maledetto, ora notevolmente ristretto per effetto dell'apposizione di new jersey in cui lo sfortunato ventottenne di Agerola è finito col bus nella scarpata sottostante. Qui da ieri mattina, oltre a un mazzo di fiori, campeggiavano due striscioni significativi. Il primo recitava: «Nicola Perdonaci»; l'altro invece «Asfalto usurato e barriere in decadenza, Nicola vittima della vostra negligenza». Un grido silenzioso lanciato non solo a Ravello ma anche ad Amalfi, a Praiano, attraverso decine di striscioni di protesta srotolati ai bordi delle strade o lungo pergolati a ridosso della statale. Anche tra la folla assiepata dietro le transenne.
 

Al bivio per Agerola, la carovana rosa è passata nel silenzio. Non un applauso, non un cenno di incitamento. E così, parafrasando Paolo Conte, «tra una moto e l'altra c'era un silenzio che descrivere non saprei». E, proprio lì, dove la strada si divide, gli spettatori sono andati oltre, voltando le spalle al passaggio della carovana rosa. Un dettaglio che non è passato inosservato ai cronisti della Rai che hanno spiegato i motivi della protesta, composta corretta e silenziosa della gente della Costiera, ormai stanca di continuare a percorrere strade che in alcuni tratti non rispettano affatto gli standard di sicurezza.

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Anche sulla statale Amalfitana dove c'è stato chi s'è fermato a veder tramontare il giorno in arancione. E così, quello della contestazione è stato un grido di dolore in un giorno di festa. Già perché la carovana rosa ha tentato di riportare il sorriso anche per qualche attimo sui volti della gente. In particolare dei bambini che ad Amalfi hanno anche assistito a uno spettacolo improvvisato dagli organizzatori del Giro d'Italia un'ora prima che fuggitivi e inseguitori facessero la loro apparizione dietro la torre saracena. Uno degli scorci mozzafiato insieme a quello della discesa verso Atrani e ai saliscendi che da Conca hanno caratterizzato il tratto di strada fino a Positano. La parte più tortuosa del percorso, insieme alla Penisola Sorrentina e alla salita sui pedali compiuta dai corridori da Corbara a Chiunzi, dove si ricorda ancora quel gatto che fermò Pantani (qui anche una targa a ricordare il Pirata), prima della lunga e vertiginosa discesa verso il mare. Bella e impossibile la Costiera ha mostrato al mondo le sue bellezze, i suoi campanili maiolicati che graffiano il cielo. Le sue curve, le sue sinuosità. Ma anche i suoi drammi e suoi eterni squilibri tra conservazione del paesaggio e overtourism.
 

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