Il super ristoratore Casella
«Io, salernitano a New York,
vi spiego il fenomeno Trump»

Casella con il sindaco di New York Bill de Blasio e famiglia
Casella con il sindaco di New York Bill de Blasio e famiglia
di ​Antonella Petitti
Giovedì 10 Novembre 2016, 06:00 - Ultimo agg. 16:40
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«Il punto è che gli americani erano alla ricerca di un cambiamento: anche se ufficialmente non lo ammettevano, era lui il voto di rottura col passato». È il primo commento di Ciro Casella alla notizia della vittoria di Donald Trump alle elezioni americane: il tycoon è ormai il 45° presidente degli Usa. Ciro incarna a pieno il sogno americano, è un salernitano doc e a New York ha compiuto il suo destino. Vi è sbarcato sei anni fa, assieme a due amici, con la scommessa di una pizzeria che oggi è tra i migliori ristoranti della città. «Non è facile cogliere gli umori, fino alla fine la battaglia è stata dura, i sondaggi ci raccontavano dell’altro, ma la vittoria di Trump dimostra che vi fosse grande voglia di un nuovo corso. Non era prevedibile ma il popolo alla fine ha scelto e va rispettato, è questo il senso della democrazia. Difficile definire il giorno dopo l’election day una giornata di festa, è più pensierosa, ricca di riflessioni, e io, lavorando a stretto e continuo contatto con le persone, posso dirlo con certezza».
Nell’Upper East Side, alla 1739 Second Avenue, c’è una piccola Salerno ma anche il ristorante che si è classificato da poco al primo posto della prestigiosa guida Zagat nella categoria pizza napoletana, nonché al quarto posto nella classifica dei migliori ristoranti di New York. Qui si parla molto l’italiano ma anche di speranze, voti inattesi e aspettative. Si è già detto tutto il dicibile sulla vittoria di Donald Trump, ma quello che Ciro raccoglie tra i tavoli è il sentimento più vero. «Il tempo è galantuomo e ci dirà se questa è stata la scelta migliore ma ci tocca aspettare, io ho potuto vivere queste elezioni un po’ dal di fuori perché ho ancora la green card che mi permette di essere un residente permanente di New York ma non mi da diritto al voto, ma a breve diverrò cittadino americano ed è ovvio che non sono rimasto indifferente a questa agguerrita campagna elettorale». Nel frattempo Donald Trump nel suo primo discorso da presidente si è mostrato diverso, meno aggressivo, più attento alle sue parole che sono addirittura state gentili verso quella che è stata a lungo non solo un’avversaria, ma anche un bersaglio mobile. «Dobbiamo sperare che tutti insieme faranno grande l’America, anche se l’America già è grande. Non sono l’unico ad aver ritrovato qui la speranza di una vita migliore, qui il mio sogno si è avverato e con esso una rinnovata dignità dovuta alla consapevolezza di poter dare un futuro ai miei figli». 
Ciro Casella non può che essere ottimista, il panuozzo e la pizza del San Matteo lo hanno portato lontano nonostante la sua città e la Salernitana continuino a rappresentare i pilastri della sua vita. Lo sa anche Bill De Blasio, sindaco di New York, che ogni tanto va a godersi il suo panuozzo e a vantarsi delle sue origini italiane, anche lui figlio di migranti.
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