Inchiesta Benevento, Del Mese si difende:
«Non ho corrotto nessuno»

Inchiesta Benevento, Del Mese si difende: «Non ho corrotto nessuno»
di Angela Trocini
Sabato 27 Novembre 2021, 08:40 - Ultimo agg. 20:41
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È stato rimesso in libertà Mario De Mese, arrestato mercoledì per corruzione nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di mazzette su appalti e favoritismi nell'elargire fondi da parte della Provincia di Benevento. Il gip Loredana Camerlengo, in seguito all'interrogatorio di garanzia, ha disposto per Del Mese l'obbligo di firma, accogliendo la richiesta di affievolimento della misura cautelare avanzata dall'avvocato Cecchino Cacciatore.

Ieri mattina Mario Del Mese, accompagnato dal difensore, ha vercato l'ingresso della Procura beneventana per farsi ascoltare dal gip e, rispondendo alle domande che gli sono state poste, ha contestato di aver svolto il ruolo di intermediatore con la Regione escludendo - al tempo stesso - ogni ipotesi corruttiva, sostenendo di non aver mai saputo di episodi di corruzione e che in sua presenza non ci sono state mai richieste o promesse di denaro. Nell'interrogatorio ha anche spiegato il meccanismo delle gare che, secondo la magistratura, sarebbero state «pilotate». Per i carabinieri del comando provinciale di Benevento che, sotto il coordinamento della procura sannita, hanno indagato sulle gare d'appalto finite sotto la lente della magistratura (sono ventitrè), Del Mese si sarebbe fatto garante per l'arrivo di alcuni fondi dalla regione Campania grazie a «sue amicizie importanti» all'interno dell'ente regionale.

«Amici di amici» per l'impianto accusatorio. Inoltre, sempre secondo le accuse, avrebbe svolto il ruolo d'intermediario tra gli imprenditori che avrebbero dovuto svolgere i lavori ed i politici che, a loro volta, avrebbero imposto anche i fornitori dei materiali. Insomma, per l'accusa, «sedeva ai tavoli delle trattative con politici, tecnici ed imprenditori per chiudere affari e stabilire i termini degli accordi». Nello specifico il 43enne salernitano, dipendente di una società irpina, avrebbe avuto un ruolo (determinante per l'accusa) in due appalti per il miglioramento di strade provinciali: una procedura indetta dal Comune di Buonalbergo per 3 milioni ed una gara, indetta dalla Provincia, per la strada provinciale 45-statale 90 bis per un importo di 4 milioni. Le indagini sono iniziate a febbraio 2019 in seguito alla denuncia di una funzionaria provinciale per aver ricevuto una cartellina che conteneva mille euro: «regalo» che le era stato consegnato da un suo collega (Michelangelo Panarese, funzionario dell'ente provinciale e sindaco di Buonalbergo, arrestato nell'ambito del blitz) in quanto all'epoca alle prese con un appalto di progettazione esecutiva e direzione dei lavori per la costruzione di un plesso scolastico a Sant'Agata dei Goti.

Non volendo accettare (insieme ad un altro dipendente provinciale) tale modus operandi che, secondo le accuse era usuale nell'amministrazione del presidente Antonio De Maria (anch'egli arrestato) e dei suoi fedelissimi, la funzionaria ha denunciato la cosa.

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Complessivamente sono diciotto gli indagati, tra cui appunto il salernitano Del Mese che si sarebbe speso anche per l'imprenditore Antonio Fiengo (vicesindaco di Ercolano) che «ha rifatto il corso di Salerno», come spiegava a Panarese, spingendo a fare presto: «Ci vediamo la settimana prossima? Nicola (rivolgendosi, in un'intercettazione a Laudato che, per l'accusa, è intermediario per Panarese) io sono per fare una cosa veloce veloce, nel senso esce ora, tra dieci giorni o tra un mese...». Secondo la ricostruzione della magistratura sannita, Del Mese oltre al denaro per le intermediazioni avrebbe avuto anche un reddito come dipendente della società Cava Sannita dalla quale gli imprenditori che ricevevano gli appalti avrebbero dovuto prendere il materiale necessario alla realizzazione dell'opera.

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