Salerno, Carmine Rubino riconfermato alla guida dell'Ugl provinciale

Carmine Rubino riconfermato alla guida dell'Ugl Salerno

il segretario provinciale Ugl Carmine Rubino
il segretario provinciale Ugl Carmine Rubino
Martedì 20 Giugno 2023, 15:42
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Carmine Rubino è stato riconfermato alla guida dell’Ugl provinciale di Salerno. La sua rielezione è avvenuta al V congresso provinciale del sindacato che si è tenuto all’Hotel Mediterranea di Salerno. Già guida degli autoferrotranvieri per diversi anni, Rubino ha guidato il sindacato provinciale negli ultimi anni, portando la Ugl a essere protagonista nelle varie vertenze nel Salernitano. A moderare i lavori è stata l’avvocata Francesca Falvella, responsabile dell’ufficio legale dell’Ugl Salerno, mentre a coordinarli è stato Gaetano Panico, segretario generale dell'Ugl di Napoli. Presenti anche Luca Malcotti, vice segretario generale dell’Ugl nazionale, Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Lega, e Lucia Vuolo, europarlamentare di Forza Italia.


«Questa organizzazione sindacale ha sempre portato avanti la propria attività nella ferma convinzione che fare sindacato significa farsi garanzia per i lavoratori. Garanzia di avere l'appoggio e il supporto di intraprendere la battaglia volta a tutelare i propri diritti, poiché il sistema attuale svilisce tanto il mercato del lavoro da opprimere spesso la voce del vero motore della società, i lavoratori. Le norme sulla sicurezza sul lavoro sono assolutamente disattese e in caso di infortunio i valori degli indennizzi Inail, sono insufficienti a ristorare il lavoratore», ha detto Rubino. «I contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano una minima parte rispetto a tutti i contratti di stage ed apprendistati, anche quando i presunti stagisti sono responsabili di un punto vendita, un'officina, un settore specifico. Sui licenziamenti, ormai non vi è alcun limite. Con l'attuale formulazione dell'articolo 18, infatti, gli unici licenziamenti illegittimi che consentono la reintegra del lavoratore sul luogo di lavoro sono quelli palesemente discriminatori. Quelli sproporzionati o comunque ingiusti impediscono al lavoratore di vedersi reso il posto di lavoro perduto senza colpa, vedendosi negato il più nobile dei diritti, quello di partecipare attivamente alla vita della società, quello di lavorare appunto».

 

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