Medici ex Usca, in 200 senza contratto e convenzione: è scontro tra sindacati e Asl Salerno

Una «beffa», così i camici bianchi definiscono il comportamento dei vertici Asl che - denuncia la Cgil - «dal 1 aprile non si sono visti rinnovare il contratto di convenzione»

Un medico in servizio all'Usca di Capitolo San Matteo nel periodo pandemico
Un medico in servizio all'Usca di Capitolo San Matteo nel periodo pandemico
Carmen Incisivodi Carmen Incisivo
Martedì 4 Aprile 2023, 07:00
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Una «beffa», così i circa 200 medici ex Usca definiscono il comportamento dei vertici dell'Asl di Salerno che - denuncia la Cgil Funzione Pubblica - «dal 1 aprile non si sono visti rinnovare il contratto di convenzione». Che non ci sarebbe stato rinnovo o proroga delle attività legate alla gestione della pandemia svolte attraverso le Usca era, ormai, noto da tempo, ma addirittura il mancato rinnovo delle convenzioni in attesa di capire quali dovessero essere le nuove attività cui destinare i professionisti è arrivato come uno schiaffo. «Nonostante le rassicurazioni ricevute dal direttore generale dell’Asl, Gennaro Sosto, sui due bandi per gli ex Usca, ci chiediamo, dopo il mancato rinnovo contrattuale, quale sarà il destino di questi medici e soprattutto chi si occuperà dal primo aprile dei servizi da loro erogati ai cittadini positivi al Covid, specie più fragili», attacca Antonio Capezzuto segretario generale della Fp Cgil Salerno. 

Tamponi a domicilio, assistenza domiciliare integrata per i positivi al Covid e per i pazienti affetti da patologie croniche; prescrizione di terapie antivirali e monoclonali; Attività in day hospital per somministrazione farmaci antivirali e monoclonali e gestione “long Covid”; vaccini domiciliari; emotrasfusioni domiciliari; tracciamento cittadini positivi; visite e gestione dei pazienti fragili. è lunga la lista di servizi che, già da qualche giorno, non vengono più erogati da coloro che se ne sono occupati sin dall’inizio della pandemia. «A prescindere dalla retorica degli “eroi del Covid”, in questo caso anche beffati - fa eco Massimiliano Voza, coordinatore Fp Cgil dirigenza medica Asl - bisogna chiarire se si tratta di servizi che non verranno più erogati o dovranno continuare.

E se devono continuare occorre chiarezza su quanti e quali operatori l’Asl impiegherà nei primi giorni di aprile». Al momento dall’Asl non sarebbero venute indicazioni in merito, così come non è ancora stata fatta chiarezza su quelle che sono le prospettive reali per medici che non hanno esitato a stare in prima linea nel momento più delicato e pericoloso e che, oggi, hanno la sensazione di essere stati gettati via perchè non più necessari.

«È inaccettabile - prosegue Capezzuto - che questi professionisti oggi siano a casa senza stipendio e senza alcuna chiarezza sul loro futuro. Tra loro ci sono giovani madri e padri di famiglia, componenti di famiglie mono reddito, che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza stipendio e in una dubbia prospettiva. La politica non può girarsi dall’altra parte e dimenticare quanto fatto da questi professionisti, ma soprattutto non può non comprendere quanto il loro impiego possa oggi risultare fondamentale per il servizio sanitario». Di qui l’appello al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca perchè si trovi per gli ex Usca «idonea e stabile collocazione nel nostro sistema sanitario provinciale, già fortemente falcidiato da una grave carenza di personale medico». Alla direzione strategica dell’Asl, invece, il sindacato chiede riscontri sui due bandi avviati a marzo e di «mantenere gli impegni presi, con l’avvio del Corso abilitante per l’emergenza territoriale entro aprile». «Bisogna - conclude Voza - velocizzare il cronoprogramma per l’apertura delle case di comunità per garantire servizi più puntuali ai cittadini e occupazione stabile per i medici». Ultimo punto, non meno importante, si chiede il riconoscimento del servizio maturato nelle Usca per «i prossimi concorsi per la dirigenza medica, cui potranno partecipare i medici specializzandi».

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