Mingardo, stop alle esplosioni dei massi pericolanti a Camerota. Feola: «Il Parco non sapeva nulla, paesaggio a rischio compromissione»

Il commissario dell'ente accusa il sindaco Scarpitta di non aver avuto i pareri necessari a procedere. Il deputato Mari scrive al ministro: «Seri danni alla falesia»

Un momento delle esplosioni della scorsa settimana
Un momento delle esplosioni della scorsa settimana
di Antonietta Nicodemo
Martedì 21 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 09:48
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«I lavori in corso sulla falesia di Cala del Cefalo devono essere sospesi», l’ordine è del commissario del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Marcello Feola ed è stato notificato al sindaco di Camerota Mario Scarpitta nella giornata di ieri. Bloccate le nuove operazioni di brillamento che si sarebbero dovute svolgere oggi in località Cala Finocchiara e spiaggia la Vela

L’ordinanza dell’Ente Parco è figlia della pioggia di polemiche scatenatasi dopo la deflagrazione della scorsa settimana. Con 30mila kg di esplosivo sono stati fatti esplodere i massi in bilico sulla Mingardina per consentire i lavori di messa in sicurezza del costone e della viabilità, su quel tratto di strada che collega Marina di Camerota a Palinuro. Il sindaco ha chiarito che «l’esplosione rientra nel piano dei lavori di somma urgenza e che si sta intervenendo su una frana e non sulla falesia», ma questo, evidentemente, non ha tranquillizzato gli animi. Giovedì scorso il commissario del Parco ha chiesto al sindaco «di fornirgli, entro cinque giorni, informazioni in merito - si legge nell’ordinanza - alla natura dei lavori in corso e all’area d’intervento e i relativi nulla osta». I cinque giorni sono scaduti ma al Parco non sono giunte risposte e ieri Feola ha ordinato la sospensione dei lavori «nelle more dell’acquisizione delle prescritte autorizzazioni rilasciate per le esplosioni programmate per il 21 marzo» . 

«L’area in questione è di grande valenza naturale, è un sito di interesse comunitario e il Parco non è stato mai informato delle esplosioni programmate e mi risulta - spiega Feola - che questa modalità d’intervento non è stata condivisa nemmeno con la Soprintendenza e la Prefettura. Contrariamente a quanto sostiene Scarpitta, il prefetto ha solo preso atto delle ordinanze sindacali, cosa ben diversa dall’aver autorizzato le esplosioni». Rispetto alle attività che erano state previste per oggi il commissario precisa che «in assenza dei pareri degli enti preposti alla tutela dei vincoli a cui è sottoposta l’area, non si può rischiare di compromettere in modo irreversibile il contesto ambientale. Dalla documentazione ricevuta dal reparto carabinieri non risultano effettuate le dovute valutazioni sugli interventi da effettuare». Feola si riserva anche di «adottare eventuali ulteriori provvedimenti repressivi e sanzionatori». Intanto sulla questione è stata presentata al ministro dell’ambiente una seconda interrogazione parlamentare a firma del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Franco Mari : «Chiedo conto della progressiva distruzione della falesia a Camerota». Analoghi chiarimenti sono stati chiesti dalla Fondazione Angelo Vassallo all’Unesco e al Ministero dell’ambiente e quello della cultura.

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